In numeri e il mondo

Qual è la loro natura ancestrale?

di Luca Calabrò - PRIMA PARTE

neanderthal flute 1920

Il flauto di Neanderthal (ca. 50'000 anni fa)

Inesauribile è quello che si può dire sui numeri, tanto quanto i numeri stessi. Pensare i numeri come sola ragione calcolante è negare il loro stesso senso.

Per pensare i numeri in maniera estensiva apriamo un parziale campo semantico, in cui il linguaggio descrive l’apparire dei numeri e i loro ambiti d’azione, senza un ordine preciso, e senza la minima pretesa di esaustività.

Numero, raggruppare, partizione, equivalenza, relazione, proporzione, misura, rapporto, unità-molteplicità, incommensurabilità, moltiplicare, accumulazione-sottrazione, esattezza-approssimazione, rappresentazione, realtà, modello, simbolo, figura, struttura, forma, amorfo, progressione, regressione, calcolo, finito, infinito, calcolo, astratto, concreto, ritmo, frequenza, algoritmo, insieme-pieno-vuoto, essere, non essere. Molte immagini si pongono in termini antinomici - ci si chiede se per ogni parola riguardante i numeri si possano trovare uno o più termini antinomici.

numeri primi

I numeri primi

Data la vastità del campo di azione dei numeri, conviene procedere in modo asistematico, il che, per la nozione di numero apparirebbe contraddittorio, ma tra le antinomie indicate sopra appare: esattezza-approssimazione, che garantisce una certa coerenza a un modo di procedere 'rabdomantico'. Ma i numeri sono ben lungi dall’avere svelato tutti i loro arcani - esempio la struttura dei numeri primi - e quindi per i numeri non ci si può appellare a nessun sistema definitivo.

Se si cerca la natura definitiva dei numeri essa ci sfugge, come quella di un altro fattore inafferrabile, connesso al numero, il Tempo, ma se si guarda al loro apparire e a come agiscono, non solo nella teoria e nella pratica, ma anche nello spazio e nel tempo, allora degli elementi di possibile chiarezza si vedono.

Tempo e spazio non solo come categorie, ma anche tempo e spazio storici. Fin dalla più lontana preistoria i numeri sono alla base della ritualità: non solo per costruire un tempio, o uno spazio rituale e orientarli spazialmente con rigore e precisione, ma per scandire i tempi e l’articolazione del rito. Il numero è operazione mentale e pratica che si manifesta ovunque in maniera proteiforme. Anche non cercato l’operare numerico, secondo lo spazio e il tempo, appare come momento quasi ancestrale del pensiero. Esempio eclatante sono alcuni manufatti del più lontano paleolitico: tacche incise con deliberato agire su un osso, e flauti d’osso preistorici. Avevo già postato in altri articoli le ossa incise con segni in sequenza. L’ interpretazione precisa è ovviamente - come tutto ciò che proviene da un così lontano passato - dibattuta, ma l’evidenza basica di segni fatti deliberatamente e raggruppati in sequenza i quali già a livello visivo definiscono delle serie organizzate è per il nostro discorso di una immediata comprensione. È già qui il passaggio dall’unità alla molteplicità e già numero che scandisce e organizza e si fa momento fondamentale del pensiero che legge il reale.

Ma il secondo manufatto che cito è ancora più sorprendente: la parte di un flauto in osso neanderthaliano di circa 50'000 anni fa, scoperto nelle cave di Dvije Babe in Slovenia nel 1995. Qui l’attività mentale implicita nella sua realizzazione racchiude il nucleo di tutto quello che il pensiero legato all’immaginario, razionale e simbolico, diverrà in futuro. Pensare all’articolazione numerica, reale e simbolica, è pensare a questo flauto. La superficie del flauto è scandita da fori, la ricostruzione completa fatta dagli archeologi indica i fori per cinque dita, forse la base per una scala pentatonica. I raggruppamenti di tacche che sono molteplicità, forse temporale, nell’osso inciso diventano qui molteplicità della gamma sonora. Metrica esatta tra i fori - che è calcolo -, distinzione e sequenza dei fori - ciò che è già numero - equivalenti a distinzione e varietà di frequenze sonore inducono quasi a pensare a un pitagorismo preistorico di ordine pratico-costruttivo. Qui c’è l’astratto numerico che si fa esperienza sensibile. Teoria, prassi costruttiva, pratica esecutiva che modificano la realtà interiore ed esteriore. Il flauto non serve alla sopravvivenza, ma interviene nel mondo come segno che lo modifica, lo articola e gli dà senso. Questi sono già il pensiero e l’immaginario attivi nel mondo circa 50'000 anni fa. 

Passa alla SECONDA PARTE

[ sarà pubblicata il 18 agosto 2023 ]

Back to top
Condividi