Bulgaria

Una meta inusuale

a cura di Vincenzo Martegani

BELOGRADCHIK-marteganiBelogradchik - Fortezza di Kaleto

Ci sono Paesi che risultano al di fuori delle rotte abitualmente percorse dai viaggiatori, perché non alla moda o perché poco pubblicizzati, o perché mancanti di veri e propri nuclei di interesse tali da giustificarne il viaggio.

Direi che la Bulgaria rientra, con qualche probabilità, tra questi ultimi. Ma con un po' di curiosità, motivati magari dall'aver visto molto ed essendo pochi i luoghi rimanenti ricchi di novità, anche in questa area, posta geograficamente ai margini dell'Europa, qualcosa di interessante si può ancora scovare.
Nella scelta dei luoghi ho volutamente escluso i litorali del mar Nero, devastati da un'esplosione edilizia incontrollata, e le mete montane, appannaggio degli sciatori nei mesi invernali e degli alpinisti in quelli estivi, destinazioni che di per sé hanno ben poco da raccontare riguardo la cultura e la storia del paese.
Purtroppo quasi cinque secoli di dominazione ottomana e quarant'anni di totalitarismo sovietico (e della sua sciagurata ideologia) hanno segnato in modo incisivo il carattere del popolo bulgaro che, spesso, mantiene un atteggiamento disincantato e indifferente nei confronti della vita e delle sue aspettative. L'entrata nell'Unione Europea nel 2007 sembra aver alimentato qualche speranza in un futuro migliore rispetto al recente passato, anche se ci sono ancora gravi difficoltà d'avvio che rendono duro il cammino.
Il viaggio origina quasi necessariamente a Sofia, la capitale, raggiunta da voli giornalieri provenienti dagli aeroporti del nord Italia. La città, storico punto di incontro tra Occidente e Oriente, conserva anche a livello architettonico i segni delle due culture e ciò ne costituisce, a mio avviso, il risvolto più affascinante. La cattedrale di Sveta Nedelya, anche se di edificazione abbastanza recente, rappresenta un po' il centro nevralgico della capitale. Utile la ripresa con un grandangolare per gli esterni, ma se la nostra macchina fotografica sopporta bene le sensibilità elevate (1600 iso o anche più) buoni scatti si possono realizzare anche all'interno, del tutto diverso rispetto a quello delle chiese cattoliche.

 

 

Nei dintorni, palazzi del tardo Ottocento accostati a edifici di stampo sovietico, possono essere interessanti per il contrasto stilistico e quindi fonti di immagini curiose. Di fronte all'ufficio della Presidenza della Repubblica si può assistere al cambio della guardia, soggetto già di per sé molto fotogenico (e fotografato, ovviamente). Massima attenzione in metropolitana e nel centro per i furti.
La perla artistica della Bulgaria è senza dubbio costituita dal Monastero di Rila, (si raggiunge in auto da Sofia in circa tre ore) che si erge in una valle del massiccio del Rila, coperto da un denso manto di foreste. Quasi interamente distrutto da un incendio nel 1833, venne poi ricostruito e dichiarato Patrimonio dell'Unesco. Il restauro appare alquanto pesante, sopratutto per quel che concerne gli affreschi, ma il complesso del monastero rappresenta un bel colpo d'occhio e i demoni e i santi, rappresentati sulle pareti esterne, possono essere oggetto di "ritagli" fotografici intriganti. Sono vietate le riprese all'interno della chiesa.
Per rimanere in ambito artistico ci spostiamo a Plovdiv, seconda città della Bulgaria, per visitare l'anfiteatro romano, costruito da Traiano nel II secolo. È difficile "isolarlo" dal resto della città, ma girandogli attorno si possono ottenere inquadrature di effetto. Vale la pena di fare anche qualche scatto alle tipiche case colorate che costeggiano le tortuose strade lastricate che portano all'anfiteatro e dalla sommità della collina cogliere, con un medio tele, l'infilata dei campanili e dei minareti. Nella via pedonale, situata nella parte bassa della città, ci sono alcuni edifici in stile liberty che offrono belle e colorate inquadrature.
Da Plodviv attraversiamo la vasta pianura della Tracia, assolata e calda, incontrando la Valle delle Rose che, fotograficamente parlando, offre spunti più interessanti durante l'estate con la fioritura della lavanda e dei girasoli che non con le rose in primavera. Trattandosi di coltivazioni di rose di piccole dimensioni, impiegate per la produzione di essenze e profumi, non "fanno" tanta macchia da costituire un "primo piano" importante.

Giunti a Veliko Tarnovo, capitale medievale degli zar bulgari, non mancheremo di visitare la maestosa fortezza di Tsarevets e di ammirare la città con le sue architetture storiche abbarbicate alla collina e affacciate sul fiume. Il miglior punto di vista è nei pressi del monumento agli Asen, che commemora la fondazione del Secondo Impero bulgaro, da qui il panorama sul fiume e sulla città è veramente bello.
Ripercorriamo verso ovest la pianura e dirigiamoci su Koprivshtitsa, un borgo discretamente conservato che è stato protagonista della Rinascita Nazionale, oltre ad essere un luogo in cui i bulgari si identificano. Le architetture sono molto tipiche, dal tradizionale "stile della Rinascita", i dettagli possono fornire belle immagini. Il fascino di questo luogo, per noi europei dell'ovest, è costituito dalla macchina del tempo: sembra di essere ritornati alla condizione e al ritmo di una vita rurale risalente a 100 anni fa.
Ci rimane un'ultima destinazione, dopo averne visitate e scartate parecchie altre, che valga veramente la pena di essere raggiunta, situata nel nord/ovest del paese, tra Romania e Serbia: un minuscolo borgo di mezza montagna, circondato da bizzarre formazioni rocciose, che racchiudono al loro interno un'antica fortezza romana. A Belogradchik, posta sul versante orientale dei Monti Stara Planina, si respira l'aria frizzante di montagna ma anche quella di un luogo remoto e dimenticato dai più, avvolto da una statica quiete che ne costituisce forse il suo fascino recondito. Sopra la cittadina torreggia questa strana catena di pinnacoli rocciosi che sembrano assumere forme antropomorfiche e che non hanno mancato di ispirare, nel tempo, immancabili miti e leggende. Perfettamente mimetizzata tra queste fantastiche formazioni naturali la fortezza di Kaleto, eretta dai romani nel I secolo, rimaneggiata fino al tardo periodo ottomano.
Una nota ambientale: le pianure bulgare sono spesso punteggiate da alberi, o tralicci, con un nido di cicogna sulla sommità: simbolo di fortuna, pace e prosperità già nei tempi indietro, speriamo lo sia anche ora per il popolo bulgaro.

girasoli bulgariValle delle Rose - Girasoli

Vincenzo Martegani: www.martegani.it

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