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Viaggio di primavera
Il fascino della terra di Andalusia
a cura di Vincenzo Martegani
La scelta della meta di viaggio fino a una ventina di anni fa era determinata dal periodo migliore dal punto di vista climatico e ambientale del luogo che si intendeva visitare.
Con l'avvento del turismo di massa questo principio è stato sempre più trascurato, al punto di essere passato definitivamente nel dimenticatoio, a favore della vendita da parte dei tour operator di un numero sempre più consistente di "pacchetti" di viaggio a basso costo. Col risultato che ormai si viaggia sempre, comunque e dovunque, anche quando le condizioni per la visita di un determinato luogo non sono ottimali.
Vale anche un'altra considerazione: spesso per il turista (e qui ci sarebbe da fare un distinguo tra "viaggiatore" e "turista") è quasi più importante poter affermare, al rientro, di "esserci stato" che non aver tentato di comprendere, almeno in parte, cultura e tradizioni del luogo visitato.
Una meta gradevole e consigliabile per l'inizio di primavera è il sud della Spagna e più precisamente l'Andalusia. In due ore di volo, senza cambio di fusi orari, si raggiunge Siviglia, che può rappresentare il punto di partenza per l'esplorazione di questa regione ricca di storia, tradizioni, colori e paesaggi dalle tinte forti. Il fascino della terra Andalusa nasce dalla commistione della cultura mediterranea con quella araba che, nei secoli, si sono fuse e confuse a tal punto da essere spesso difficile stabilire dove cominci l'una e dove finisca l'altra.
A Siviglia certamente da non mancare sono Alhambra e Giralda, molto vicine l'una all'altra, complessi monumentali di grande spicco e di indubbio valore artistico. È opportuno alternare l'uso del grandangolo, per le architetture assai imponenti, a quello del teleobiettivo per dare importanza anche ai dettagli, l'avvicendamento del grande al piccolo e del vicino al lontano giova ai fini del racconto fotografico del viaggio. Un valore cromatico che si aggiunge in questa stagione e di cui è bene approfittare, è la fioritura degli alberi di arancio che con la loro macchia di colore vivace e inusuale arricchiscono i nostri scatti. Volendo evitare i luoghi "consacrati" si può anche cercare qualche risvolto attuale e non necessariamente storico: ho avuto la fortuna di incappare in una coppia di mimi di strada che mi hanno offerto la possibilità di uno scatto interessante. Non è tassativo che si debba ritornare dall'Andalusia con un'immagine della corrida o di danzatrici di flamenco...
Da non trascurare i quartieri di Triana e di Santa Cruz: con un po' di pazienza si possono scovare angolini un po' meno turistici e scontati dove lo spirito della vera Andalusia tra porticati e piazzette, a tratti, ancora aleggia.
Lasciata Siviglia vale la pena di fare un'escursione, con visita guidata, nel vicino parco del Coto Donana per immergersi in un ambiente fatto di dune, marismas, vaste zone acquitrinose e pinete. Inutile dire che le luci migliori sono quelle dell'alba o quelle prossime al tramonto: portare con sé lunghi tele è superfluo perché gli animali, di norma, se ne stanno ben rintanati nel folto della pineta e se non si hanno speciali permessi per rimanervi a lungo e muoversi in modo autonomo gli scatti alla fauna sono abbastanza casuali e improbabili.
Per stupirci con un tipo di paesaggio completamente diverso rispetto a quello urbano e cementificato delle coste, percorriamo la ruta de los pueblos blancos (strada dei paesi bianchi) che offre spunti notevoli dal punto di vista fotografico. Le linee sinuose delle colline, alternate alle coltivazioni degli ulivi, offrono buoni risultati se "ritagliate" con un medio tele, mentre lo splendore abbacinante delle viuzze dei piccoli abitati, rigorosamente calcinati di bianco e incastonati tra i picchi della sierra, può essere raccontato con un grandangolo piuttosto aperto, visto che le gli edifici sono abbastanza vicini l'uno all'altro e le vie abbastanza strette. I paesi tra i più rappresentativi di questo itinerario sono Grazalema e Ronda. Quest'ultima ha dato le origini all'arte della tauromachia e se ne possono riscontrare le tracce un po' ovunque nel centro storico, sia per i monumenti dedicati ai toreri, sia per le varie targhe e piastrelle commemorative.
Grazalema vanta una collocazione originale all'interno di un anfiteatro roccioso dal quale sembra scorrere verso la valle. Per arrivarci si percorrono strade tortuose che aggirano colline verdeggianti disseminate di coltivazioni di querce da sughero. Qualche scatto alla corteccia della quercia può sortire talora risultati originali e imprevedibili.
I monumenti più importanti sono ben illuminati nelle ore notturne. Per ottenere buoni risultati fotografici occorre però non aspettare che il cielo sia completamente buio, l'"ora magica" scatta quando c'è ancora una fievole luce diurna e le luci artificiali sono da poco accese. Questa transizione dura molto poco, ma se si riesce a coglierla al momento giusto, nella nostra foto avremo senza dubbio l'effetto notturno, ma molte zone che andrebbero fatalmente in ombra poco dopo, risultano ancora leggibili a tutto vantaggio del risultato finale. Ovvio che questi scatti vadano realizzati con la macchina fotografica montata sul cavalletto utilizzando lo scatto remoto o, in sua mancanza, l'autoscatto.
La primavera ci offre la possibilità di atmosfere pulite e trasparenti, di fioriture, di colori saturi e vivaci, che, in Andalusia, nelle altre stagioni risulterebbero bruciati dalla siccità: quindi non resta che partire e, a tutti, l'augurio di "buona luce".