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L’eros come tensione evolutiva
L'integrità dell'essere umano come tale, dispone del maschile e del femminile
di Egidio Missarelli
Adamo ed eva, Duomo di Orvieto"Il sesso è un incidente: ciò che ne ricaviamo è momentaneo e casuale; noi miriamo a qualcosa di più riposto e misterioso di cui il sesso è solo un segno, un simbolo"
Cesare Pavese, Il mestiere di vivere
Fa pensare, almeno a me, scoprire che il sesso di ogni essere umano si mostra non all'inizio dello sviluppo embrionario, ma solo dopo due mesi. Infatti, dopo tre o quattro settimane le cosiddette cellule germinali primitive migrano nella futura regione genitale e inducono lo sviluppo delle ghiandole sessuali che saranno uguali nei due sessi fino al termine del secondo mese. La natura quindi procede sul doppio binario dei due sessi e all'inizio del terzo mese il sesso "non programmato", che aveva
raggiunto un certo sviluppo, comincia ad atrofizzarsi1. Due mesi su nove non sono pochi!
Sappiamo, inoltre, che il termine "sesso" viene dal latino sexus, participio del verbo secare, che significa dividere, tagliare, segare, e in un primo momento è lecito domandarsi: ma cosa viene diviso? Si taglia e si divide qualcosa che prima costituiva un'unità, non ha senso considerare il termine in altro modo. È molto interessante l'analisi del termine "sesso" perché ci porta a riconsiderare il mito dell'androgino e a vagliarne la sua plausibilità e veridicità, più di quanto normalmente oggi si ritenga debba esserlo ciò che non è scienza. L'embriologia ci ricorda, però, che per due mesi ogni essere umano è, di fatto, androgino, quasi a ricapitolare un lontano passato sessualmente indifferenziato.
Platone parla espressamente del mito dell'androgino nel Simposio2, e nella Bibbia – qui occorre però tradurre correttamente dall'ebraico – vien detto che Dio "creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; lo creò maschio e femmina" (Gn 1,27). Nelle traduzioni correnti il lo della seconda affermazione si trasforma nel li della terza; non è corretto, dal momento che è la stessa Bibbia a precisare che solo in un secondo momento "l'Eterno Iddio, con la costola che avea tolta all'uomo, formò una donna e la menò all'uomo" (Gn 2,22).
Tamara de Lempicka - Adamo e Eva - 1932L'eros3 – termine greco per "amore" –, alla luce delle considerazioni sopra espresse, mi sembra maggiormente significante qualora venga inteso come tensione evolutiva verso una ricostituzione, questa volta non di natura ma fondata sulla libera scelta, dell'adamitico essere umano, senza tuttavia indebite, fuorvianti e ridicole anticipazioni. Va da sé che una visione limitata e abbarbicata al transitorio, che non contempla la possibilità da parte dell'essere umano – se non altro a titolo d'ipotesi – di disporre di tutta l'evoluzione e non solo di quei pochi anni che chiamiamo vita, non potrà comprendere questo discorso e rifiuterà questo apporto conoscitivo; conforta, a questo proposito, l'evidente prodigalità, magnanimità, la non "tirchieria" della natura nell'intero universo (Lessing docet).
L'argomento è vastissimo e non può qui che essere solo accennato. Faccio solo una breve riflessione su ciò che gli uomini (maschi) avrebbero, a mio avviso, l'urgenza di capire. Poniamo che acquisire gli elementi complementari non significhi perdere ciò che si ha, ma diventare integri aggiungendo ciò che manca. Poniamo inoltre che all'uomo, in generale, fa difetto la "vita interiore" che invece le donne hanno come dotazione di natura e che la nostra cultura tuttora risente di forti influssi di stampo patriarcale. Se poniamo tutto questo come dato di realtà, suggerisco umilmente ai signori uomini – soprattutto a quelli che "mostrano un'ostilità dichiarata verso quanto concerne argomenti di carattere personale, che non riguardino prodezze sessuali, le passioni sportive, l'accumulare soldi, le abbuffate, i ricordi di caserma, la politica di basso profilo, gli intrighi di ogni risma ..."4 –, come orientamento incoativo, di imparare dalle donne dall' "intelletto d'amore"5 a coltivare, ad esempio, l'immaginativa creatrice, l'autocoscienza, il senso della vita e il suo rispetto, l'amore altruistico, la compassione ecc., al fine di creare una necessaria mediazione tra l'astrazione e l'eccessivo attaccamento al mondo fisico che generalmente rappresentano la dimensione a loro più consona6.
Nota 1 Di questi abbozzi atrofizzati rimangono solo dei rudimenti; sono quelli che vengono chiamati "canali di Wolff" nella bambina e "canali di Muller" nel bambino. Ogni essere umano porta in sé gli abbozzi atrofizzati del sesso opposto, una sorta di piccolo ricordo organico del periodo embrionario.
Nota 2 Nel quarto discorso, tenuto da Aristofane, è narrata la vicenda di Giove che, temendo la concorrenza degli uomini, decise di dimezzarli.
Nota 3 In senso platonico, il termine "eros" significa propriamente desiderare, il che comporta l'avere un costante anelito verso qualcosa o qualcuno su tutti e tre i livelli dell'essere (corporeo, psichico e spirituale ), e l'eros conoscitivo si configura al vertice di un suo retto intendimento, di tipo eminentemente psicagogico; tanto è vero che Eros è il "daimon" socratico, cioè la forza che eleva al divino (Platone, Fedro 271 d).
Nota 4 da: "L'interiorità maschile" di Duccio Demetrio
Nota 5 Dante, "Donne ch'avete intelletto d'amore", Vita Nova cap. XIX
Nota 6 Questo vale in generale, ma le sfumature sono infinite. Nel caso di Chopin e della sua amante, la scrittrice George Sand, invece, troviamo un esempio contrario, dove lei si vestiva come un uomo, scriveva in modo vigoroso, fumava sigari e lui, basta ascoltare la sua musica e lo si capisce subito, era immaginativo, sensibile.