Tecnologia e ribellione

Alle porte del cosmo che stanno su in Germania

di Franco Ferramini - [prima parte]

musica ribelle 1280

Foto: deagostinivinyl.com

La frase del sommario è estratta dal brano «Musica ribelle» del 1976 di Eugenio Finardi. Era nel suo album «Sugo» e ne fecero anche un singolo.

Per i pochi che non conoscono questa famosissima e dirompente canzone penso che sia opportuno riportarne integralmente il testo:

Anna ha 18 anni e si sente tanto sola, ha la faccia triste e non dice una parola, tanto è sicura che nessuno capirebbe, e anche se capisse di certo la tradirebbe.
E la sera in camera prima di dormire, legge di amori e di tutte le avventure, dentro nei libri che qualcun altro scrive, che sogna la notte, ma che di giorno poi non vive.
E ascolta la sua cara radio per sentire, un po' di buon senso da voci piene di calore, e le strofe languide di tutti quei cantanti, con le facce da bambini e con i loro cuori infranti. Ma da qualche tempo è difficile scappare, c'è qualcosa nell'aria che non si può ignorare, è dolce, ma forte e non ti molla mai, è un'onda che cresce e ti segue ovunque vai.
È la musica, la musica ribelle, che ti vibra nelle ossa, che ti entra nella pelle, che ti dice di uscire, che ti urla di cambiare, di mollare le menate, e di metterti a lottare.
Marco di dischi lui fa la collezione, e conosce a memoria ogni nuova formazione, e intanto sogna di andare in California, o alle porte del cosmo che stanno su in Germania.
E dice: «Qua da noi, in fondo, la musica non è male, quello che non reggo sono solo le parole».
Ma poi le ritrova ogni volta che va fuori, dentro ai manifesti o scritte sopra i muri.
Ed è la musica, la musica ribelle, che ti vibra nelle ossa, che ti entra nella pelle, che ti dice di uscire, che ti urla di cambiare, di mollare le menate, e di metterti a lottare.

Un testo che può tranquillamente rappresentare il manifesto di una generazione, accompagnato da una gran bella musica incalzante e coinvolgente, con la voce strepitosa di Eugenio Finardi, che credo sia una delle più belle, se non la migliore, nel cantautorato nazionale. Che c’entra tutto questo con la tecnologia in musica? Il punto di snodo è tutto lì, in uno dei due sogni del protagonista nel testo Marco, che sogna di andare «alle porte del cosmo che stanno su in Germania». Perché in quella nazione negli 'anni ribelli', dalla fine degli anni Sessanta e per tutti gli anni Settanta, proprio grazie ai nuovi strumenti musicali ad alta tecnologia, si stava diffondendo a macchia d’olio una nuova 'musica ribelle', nettamente in contrasto con le canzoni che nel testo della canzone di Finardi ascoltava Anna, «…le strofe languide di tutti quei cantanti, con le facce da bambino e con i loro cuori infranti…». Prima della diffusione della 'Kosmische Musik' (Musica Cosmica), in Germania imperversavano i cantanti del genere 'Schlager', con le loro canzonette di successo di facile ascolto, in una nazione in cui forse il principale obiettivo della gente era dimenticare, dimenticare il più possibile gli orrori di un recente passato. Così giovani e non giovani si buttavano nelle ballate semplici, con le loro 'strofe languide', di questi cantanti dal grande successo prima che avvenisse una vera e propria rivoluzione nel modo di fare musica dei tedeschi. Beh, si sa, nel decennio dal 1967 al 1977 nella musica mondiale avvenne di tutto e di più.

Nei miei articoli precedenti ho citato più o meno cosa accadde, nell’ambito di quella corrente musicale che da qualche anno a questa parte viene definita 'Progressive Rock'. I teutonici, in quest’ambito, cercarono una strada del tutto personale, una musica suonata quasi esclusivamente con strumenti elettronici. Rivoluzione musicale sì, ma a modo loro.

Se nel resto del mondo prorompeva il rock, in tutte le sue forme, i tedeschi inventarono il 'Krautrock'. Non possiamo dire che, ascoltando oggi quel genere di musica, fossero brani interpretabili emozionalmente con rilassatezza o tensione positiva. No, direi che in un certo verso quei pezzi fossero stati scritti per creare inquietudine, tanto diversi dagli 'spaghetti-rock' della nostra grande PFM. 

Si può tranquillamente considerare come principale ispiratore di tutto questo nuovo corso di musica tedesca il compositore Karlheinz Stockhausen, nato a Kerpen il 22 agosto 1928, morì a Kurten il 5 dicembre 2007. È ritenuto uno dei più grandi compositori del XX e XXI secolo. Uno dei suoi principali campi di ispirazione fu la musica elettronica. La sua attività musicale spaziò per più di sessant’anni, ma è tra 1953 e il 1998 che più si concentrano i suoi studi per la musica elettronica, fino al concepimento di opere di 'musica spaziale', musica elettroacustica che utilizza variazioni del suono nello spazio. Lunga e complessa è la figura di Stockhausen, ma non mi dilungo. In realtà nel decennio 1967-1977 in Germania si creò un vero e proprio movimento culturale e politico alternativo, fortemente di opposizione rispetto all’esistente, che ebbe ad esempio nel cinema le sue punte di diamante nella nuova corrente di registi tedeschi, per citare alcuni nomi Rainer Fassbinder, Wim Wenders, Werner Herzog, Margarete Von Trotta ecc.

In politica, il contrasto netto all’orrendo passato sfociò anche nel terrorismo. Spesso quegli anni, anche in Italia, si definiscono 'Anni di piombo'. Per chi se lo fosse dimenticato, quello era appunto un titolo di un film della Von Trotta del 1981, ispirato alla vicenda di Gudrun Ensslin, membro della 'banda Baader-Meinhof', organizzazione terroristica in auge in quegli anni in Germania.

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[ sarà pubblicata il 14 febbraio 2019 ]

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