La trasformazione
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Il Servizio Sanitario Nazionale italiano
Il comparto salute è in continuo divenire organizzativo
Collocare il sostantivo trasformazione in medicina potrebbe indurre chi scrive a concentrare i propri pensieri sull’affannosa ricerca del bello e dei cambiamenti fisici.
Elementi che la medicina estetica mette in atto per indurre mutamenti positivi negli aspetti di chi cura. Questo lato della medicina non controlla uno stato di malattia, se non per quanto un deficit di bellezza possa impattare negativamente sull’equilibrio psicologico dell’individuo.
È una medicina differente da quella che esercito io, che in ogni caso non disprezzo ma al contrario ritengo utile, perché risponde perfettamente a quello che chiede il momento storico in cui viviamo.
D’altronde è innegabile che questa sia l’epoca del bello, del bisogno di sentirsi apprezzati, osservati e desiderati. Essere attraenti favorisce i rapporti umani e lavorativi, fa ricordare meglio, dispone positivamente ai colloqui e offre quell’immagine che la società del benessere apprezza sempre di più.
Il nostro è il periodo dell’affannosa ricerca dell’essere sempre più simili a quanto di affascinante espone la massa mediatica. É anche l’epoca della presunta immortalità, dell’ignorare volutamente malattie e sofferenze, fin quando non capiti un confronto con l’essenza della nostra caducità.
Per questo esiste il bisogno di adeguare il proprio corpo a quell’immagine del sé che ciascuno mutua da una selezione capillare del più bello. La medicina estetica trasforma corpi, riduce il grasso, toglie le rughe, toglie anni riportando all’aspetto dell’età più sbarazzina ciò che la natura fa inevitabilmente mutare nei corpi, come accadeva nel passato ai nostri nonni e padri. Rispetto a loro oggi con l’ausilio di sale operatorie si va ben oltre la tintura dei capelli o l’uso delle lenti a contatto.
Quella estetica in sintesi è un aspetto parziale della medicina e soddisfa bisogni non indispensabili per la sopravvivenza ma necessari per sentirsi bene.
Servizio Sanitario Nazionale (SSN)
Pensando invece alla necessità di soddisfare i bisogni di cura, devo dire che nessun sostantivo è più adatto del termine ‘trasformazione’ per testimoniare i cambiamenti nella gestione della salute nel nostro paese. Il cambiamento nella sanità italiana (SSN) è iniziato oltre vent’anni fa, con l’introduzione di un modello organizzativo aziendale, che portasse al contenimento dei costi di gestione e al tempo stesso consentisse l’erogazione di un percorso di cura efficace per l’utente. Negli ultimi due decenni l’evoluzione della medicina ha indotto nei percorsi organizzativi l’introduzione di costi che alla partenza del progetto aziendale si potevano parzialmente immaginare e non conoscere nel concreto.
La trasformazione organizzativa del SSN ci consente nel 2018 di curare i pazienti senza negare a nessuno quanto di meglio ci sia a disposizione per migliorare il loro stato di salute. La trasformazione ha coinvolto anche gli attori del processo di cambiamento, i sanitari sono stati via via adeguati nel numero e nel tipo di offerta con riduzioni di personale dedicato o apertura di nuove attività finanziate con un numero adeguato di addetti.
Oggi negli ospedali la presenza di forza lavoro è calibrato sulle necessità di reale assistenza, che non è più solo dedicata ad accudire i sofferenti ma per indurre cambiamenti positivi che portano al recupero dello stato di salute. L’ospedale non è più il lazzaretto costruito per contenere la sofferenza fino alla morte. Diventa invece un luogo dove si cambiano organi, si manipolano visceri, si eliminano i problemi col fine di allungare la vita potenziale dell’individuo.
Una riduzione progressiva del numero degli addetti ha liberato risorse per acquisire nuove strumentazioni, accendere nuove sequenze di cura e terapie. La medicina del terzo millennio è basata molto sull’elettronica, nella gestione del dato, nella produzione dei referti, nell’esecuzione degli esami. L’informatica riduce le necessità impiegatizie e libera essa stessa risorse.
Se non fosse iniziata la trasformazione del SSN nella seconda metà degli anni Novanta oggi non saremmo in grado di rispondere in modo equo e universale al bisogno di salute dei cittadini italiani. Oggi negheremmo ai malati la soddisfazione vera dei loro bisogni per mancanza di risorse.
Anche il clinico ha cavalcato questo processo di trasformazione, adattando il proprio sapere alle innovazioni. La trasformazione coincide con l’evoluzione delle conoscenze al punto che se il migliore dei professionisti degli anni Ottanta del secolo scorso fosse catapultato nella nostra epoca non sarebbe in grado di esercitare la professione in modo proficuo.
La medicina moderna nell’organizzazione dei servizi è sempre più settoriale e specialistica. Il medico onnivoro non esiste più, le competenze sono ritagliate su un sapere specialistico e non basta essere laureato in medicina per dare risposte corrette a un paziente, è necessario concentrare in chiave specialistica il proprio sapere.
La trasformazione che stiamo vivendo oggi nel nostro lavoro è dinamica e inarrestabile. Il sapere medico è su un treno in corsa, che ha costi sempre più elevati e monitorati. L’intero processo si gestisce perché ogni addetto ha cambiato il proprio modo di lavorare.
Anche il paziente non è esente da questo processo di trasformazione. Accede ai sevizi in modo differente dal lazzaretto. Esegue esami diagnostici e cure impegnative senza occupare posti letto. Riceve le cure gratuitamente e le gestisce in autonomia responsabile al proprio domicilio, senza necessità di essere affidato ad un controllore in camice o ad un luogo protetto. Accede ai servizi utilizzando sistemi di prenotazioni e impegnative elettroniche, senza più passare per percorsi antichi. La trasformazione di tutto il comparto salute è in continuo divenire organizzativo, cosa che risulta indispensabile per tenere vivo un sistema sanitario nazionale universale ed etico.
La trasformazione proseguirà anche oltre noi e il nostro lavoro, perché solo grazie alla sua continua evoluzione sarà sempre pronto a offrire a chi abbia un bisogno una risposta adeguata e sostenibile.