La meraviglia

La missione Europea “Rosetta"

La meraviglia di un viaggio straordinario

di Franco Rama

Rosetta Philae
Rosetta Philae - www.astropt.org

Dieci anni di viaggio, oltre sei miliardi di chilometri percorsi, un bersaglio di soli quattro chilometri da centrare con assoluta precisione e la discesa "morbida" sulla superficie.

Queste, in estrema sintesi, le peculiarità della missione Europea "Rosetta", una sonda all'inseguimento della cometa 67/P-Churyumov-Gerasimenko ("Chury", per gli amici...), culminata lo scorso 12 novembre con l'atterraggio di una piccola sonda-figlia, Philae, un'impresa mai tentata prima d'ora! Ma andiamo con ordine...

Lanciata nel 2004, la sonda Rosetta ha compiuto un viaggio di diverse centinaia di milioni di chilometri per avvicinarsi alla cometa "Chury" con un tragitto un po' tortuoso, che sfrutta la spinta data dall'ingresso nell'orbita di alcuni pianeti (Fig. 1). Rosetta ha compiuto quindi tre passaggi ravvicinati alla Terra e uno a Marte. È alimentata solo dai suoi pannelli solari e per questo motivo è stato necessario spegnerla nel giugno del 2011, mentre si trovava a circa 800 milioni di chilometri dal Sole, alle spalle dell'orbita di Giove: troppo distante dalla nostra stella per ricevere energia.

giove-dFigura 1

Rosetta, che deve il suo nome alla stele di Rosetta, la lastra di pietra che ha permesso di decifrare i geroglifici degli antichi egizi, ha una missione ambiziosa da svolgere: dopo aver inseguito la cometa per milioni di km, l'ha raggiunta nell'agosto di quest'anno e si è inserita nella sua orbita. Da qui, poco meno di 200km di quota, ne ha mappato la superficie e studiato le caratteristiche per individuare il luogo migliore dove fare una cosa mai fatta prima su di una cometa: fare atterrare dolcemente un lander, chiamato "Philae".

Il risveglio della Bella Addormentata...

Il 20 gennaio scorso un segnale radio proveniente dallo spazio profondo ha raggiunto le antenne NASA di Goldstone e Canberra. Era stato irradiato da una sonda europea che si trova a 673 milioni di km da casa, in viaggio da ormai dieci anni verso una cometa. Dopo 31 mesi di silenzio ed un lungo viaggio nello spazio, l'orologio interno montato sulla sonda ha suonato la sveglia e Rosetta, rimasta ibernata per tutto questo tempo, ha riaperto gli occhi, orientato l'antenna verso Terra e telefonato a casa (Fig. 2).

antennaFigura 2

Rosetta e l'avvicinamento alla cometa

pseudo orbita triangolareFigura 3 – www.newscientist.com

Dopo il "riscaldamento" ed il collaudo della strumentazione di bordo, Rosetta ha proseguito l'inseguimento della cometa 67/P-Churyumov-Gerasimenko fino a raggiungerla nel mese di agosto entrando in una "pseudo-orbita" triangolare (Fig. 3. Fonte www.newscientist.com) e con una serie di manovre di accensione dei motori di bordo si è portata in un'orbita vera e propria a 30 km dalla superficie, da dove sono state riprese immagini mozzafiato che hanno permesso di individuare i potenziali punti di atterraggio del lander Philae. Altre manovre poi hanno abbassato l'orbita fino a 10 km di altezza (la quota di crociera degli aerei di linea!) per finalmente poter sganciare il lander che si arpionerà sulla superficie.

Fin dalle prime immagini inviate a terra la cometa "Chury" si è rivelata ancora diversa da tutte le altre comete finora studiate da vicino: ha una forma strana che fa ricordare una paperella di gomma e sembra composta da due distinti "pezzi", che ne costituiscono la testa ed il corpo, saldati tra di loro da quello che potrebbe essere stato un "urto gentile" (Fig 4. ESA/M. Di Lorenzo).

chury
Figura 4 – ESA/M. Di Lorenzo

Ancor più impressionanti sono le fotografie che mostrano i potenziali siti di atterraggio del lander Philae: i dettagli sono stupefacenti (Fig. 5. ESA/M. Di Lorenzo-K- Kremer)

philae
Figura 5 – ESA/M. Di Lorenzo-K- Kremer

L'atterraggio di Philae

Questa delicata operazione è avvenuta il 12 novembre e per la prima volta nella storia qualcosa realizzato dall'uomo si è posata sulla superficie di una cometa (Fig. 6, Fonte: ESA). "Philae" avrebbe dovuto utilizzare una serie di arpioni e viti per ancorarsi, evitando che la debole forza di gravità della cometa lo facesse rimbalzare via verso lo spazio e grazie ai suoi strumenti, il lander avrebbe analizzato poi la composizione della cometa, perforandola per circa 23 centimetri con un trapano ideato e realizzato al Politecnico di Milano.

Philae-2
Figura 6 – Fonte: ESA

Purtroppo, come spesso accade, non tutte le ciambelle riescono col buco... gli arpioni non hanno fatto il loro dovere e Philae è rimbalzato due volte sulla superficie della cometa e finalmente si è adagiato in una zona più impervia del previsto, dove la luce del sole ancora non arriva e perciò non può ricaricare le batterie attraverso i pannelli solari.
Tuttavia gli strumenti a bordo del lander hanno potuto svolgere diversi esperimenti, finché l'energia disponibile non si è esaurita e il piccolo robot è stato quindi messo in stato di ibernazione almeno fino a quando la cometa, proseguendo il suo viaggio verso il Sole, non verrà illuminata da una diversa angolazione permettendo ai pannelli di Philae di ricaricare le batterie e perciò riprendere l'attività.

Maggiori informazioni e aggiornamenti sulla meraviglia di questa straordinaria missione spaziale si possono trovare sul blog ufficiale dell'Agenzia Spaziale Europea (in inglese) e su Alive Universe Images(italiano).

Back to top
Condividi