L'insegnamento
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L’insegnamento
editoriale | La scuola Waldorf
La scuola Rudof Steiner di Berlin-Dahlem
«L'insegnamento deve essere tale da far percepire ciò che viene offerto come un dono prezioso, e non come un dovere imposto».
Albert Einstein
«Il miglioramento della comprensione ha due scopi: primo, l'aumento della nostra stessa conoscenza; secondo, consentirci di elargire quella conoscenza ad altri».
John Locke
«L'insegnamento non è solo un freddo passaggio di informazioni, ma è una relazione tra due esseri umani, in cui uno è assetato di conoscenza e l'altro è votato a trasmettere tutto il proprio sapere, umano ed intellettuale».
Rudolf Steiner
Secondo una definizione condivisa insegnare signica impartire conoscenza o istruire attraverso un processo che può non solo coinvolgere la conoscenza, ma anche valori, modi, comportamenti, abilità, tradizioni nonché nel tempo il loro approfondimento e il loro sviluppo. Quello che si chiede alla figura dell’insegnante di oggi non è solo di possedere requisiti di ordine culturale, didattico, organizzativo e relazionale, ma anche di seguire norme, regolamenti e politica di una scuola che spesso non trova più riscontro nelle vere esigenze di crescita e apprendimento delle giovani generazioni.
Quello che ne deriva è per ora un dibattito che diventerà davvero fecondo quando in molti ne prenderanno coscienza e in molti decideranno che sia prioritario cambiare la deriva che sta prendendo l’istruzione pubblica, da troppi punti di vista. Non volendo polemizzare preferisco spostare l’attenzione sulla storia di una scuola che affonda le sue radici nel 1919, la «Libera Scuola Waldorf».
La pedagogia Waldorf ha i propri fondamenti teorici nell'antroposofia, una disciplina elaborata da Rudolf Steiner per studiare le interazioni fra il mondo fisico e il mondo spirituale, di cui viene postulata l'esistenza. Il nome di Steiner si può incontrare in molti aspetti sociali e culturali della vita moderna: dall'agricoltura biologica e biodinamica alla pedagogia, dalla medicina all'arte, all'architettura, alla filosofia, all'euritmia. Infatti non c'è campo del sapere umano dove Steiner non abbia portato un contributo.
In base all'«immagine antroposofica dell'uomo», Steiner lo considerava come l'insieme di corpo (contiene l’io fisico ed esplica le forze e i processi vitali nella volontà), anima (incarnata nel corpo e si esplica nel sentimento) e spirito (è eterno e creativo, si esplica nel pensiero) che devono essere sempre tenuti contemporaneamente in considerazione.
La scuola steineriana prese il nome Waldorf dal fatto che venne fondata per i figli degli operai della fabbrica Waldorf-Astoria di Stoccarda, dall’industriale Emil Molt, il quale chiese a Rudolf Steiner di organizzare una scuola per i figli dei suoi operai. Fu lui a impostarne i principi, che da allora si diffusero in tutta Europa, con particolare attenzione nel mondo germanico a anglosassone.
Secondo l'intenzione steineriana la pedagogia deve essere definita direttamente dalle necessità dell'evoluzione infantile, da un’antropologia evolutiva che racchiude il profondo senso olistico di questo pensiero, quindi non in base a obiettivi quali la qualificazione professionale e la produttività economica che il sistema predilige. Il fine ultimo della pedagogia dev’essere l’evoluzione del bambino e per questo un altro degli aspetti rilevanti del metodo steineriano è l’interesse per le materie artistiche, creative e artigianali. Lo spazio lasciato all’insegnamento delle materie classiche non deve togliere o sopraffare l’insegnamento e il tempo lasciato per curare e sviluppare gli aspetti espressivi del bambino il quale dovrebbe sperimentare il contatto con un mondo permeato dalla fantasia, senza per forza interfacciarsi con il mondo reale.
La pedagogia steineriana considera il bambino nella sua interezza perseguendo un’educazione armonica che tiene costantemente conto di «testa, cuore e mano», ovvero di tre elementi essenziali da mantenere in equilibrio tra loro. È su questo equilibrio che poggerà la capacità futura del bambino di crescere libero, di avere fiducia in sé stesso e di contribuire alla nostra comunità.
Un altro aspetto fondamentale della scuola di Waldorf riguarda la modalità di apprendimento: la pedagogia steineriana si basa sull’esperienza attiva e sulla comprensione anziché sulla memorizzazione. In questo modo si stimola il pensiero critico, infatti utilizza in modo marginale i classici testi scolastici e non ricorre alla lezione frontale. Questo tipo di apprendimento, che coinvolge tutto il corpo, è destinato a fissarsi maggiormente nella memoria rispetto a un apprendimento che punta soltanto sul piano razionale.
Anche le scuole steineriane di oggi offrono ampio spazio a discipline come l’arte, la musica, il lavoro manuale, il teatro, l’euritmia. Gli insegnanti incoraggiano il gioco libero, l’esperienza, la socialità, la fiaba, il canto, la pittura e altre attività manuali perché si tratta di un’educazione trasversale attraverso la quale i bambini possono lavorare il legno, il rame e la terra, così come dedicarsi alla maglia, all’uncinetto e al cucito e che consente loro di far fiorire i propri talenti. Questo tipo di insegnamento salvaguarda in particolare la magia, la meraviglia, la curiosità, la creatività, la fantasia e la volontà del bambino.
La lezione frontale tradizionale
Questo è un aspetto che, purtroppo, raramente è presente nella scuola tradizionale, in cui la crescita dei bambini è spesso disarmonica, accelerata sul piano del pensiero e rallentata sul piano emotivo e delle autonomie di base. Purtroppo nonostante la superiorità dell’apprendimento basato sull’esperienza sia da tempo riconosciuta e dimostrata anche dagli studi neuroscientifici, la scuola tradizionale è tuttora molto ancorata a un apprendimento di tipo mnemonico, si avvale delle lezioni frontali e dei manuali didattici spesso intrisi di messaggi subliminali e propagandistici, di tecnologia digitale nociva allo sviluppo, privilegia e sceglie la ripetizione anziché la comprensione e il pensiero critico per i futuri uomini e le future donne che abiteranno il nostro pianeta.