Il silenzio
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Case silenziose
I rumori possono causare danni fisici o psicologici
Quante volte capita di sentire che qualcuno non dorme la notte perché sente i rumori dei vicini o delle attività commerciali della zona? Oppure quante volte ci è capitato di dire di un ristorante “non ci vado più perché non si riesce neanche a parlare”?
Penso che sia un’esperienza che abbiamo fatto tutti più volte. Quello che spesso non sappiamo è che è possibile costruire luoghi che non abbiano questi problemi e che spesso quelli relativi ai rumori sono evitabili con una buona progettazione acustica delle strutture. È infatti possibile costruire abitazioni che siano isolate dai rumori sia dei vicini che quelli provenienti dall’esterno oppure è possibile bonificare edifici compromessi in modo da evitare tali problemi.
Analizziamo innanzitutto il problema del rumore. Il rumore è sicuramente un fenomeno che genera notevole fastidio alle persone, ma in determinate condizioni può generare anche dei danni fisici permanenti. L’essere umano percepisce un rumore tramite parti differenti dell’orecchio. Ci sono dei fenomeni che interessano principalmente il timpano, ma la stragrande maggioranza dei rumori interessano le cellule cigliate poste nell’orecchio più interno. Un suono emesso da una sorgente, normalmente sviluppa una variazione di pressione dell’aria che propagandosi arriva fino al nostro orecchio. Questa differenza di pressione va a interessare gli organi dell’orecchio fino a determinare una variazione nelle cellule cigliate interne che inviano segnali al nostro cervello il quale le elabora come suoni.
I rumori troppo elevati possono generare tipologie diverse di danni. Da una parte ci sono i rumori molto intensi che si manifestano in un arco temporale molto piccolo e soprattutto inatteso. In questi casi si genera una brusca variazione negli organi dell’orecchio che in determinate situazioni può portare anche a una sordità permanente. Ci sono però altre situazioni di rumore apparentemente sopportabile che se protratte per molto tempo possono generare dei danni alle cellule cigliate. Il tempo è infatti un fattore importante per il problema del rumore in quanto un livello mediamente alto, protratto per molto tempo, può essere in alcune situazioni paragonato a un rumore più alto in un tempo più piccolo.
Spesso per questo tipo di situazioni viene portato ad esempio l’uso continuo di cuffie con musica ad alto volume. Se momentaneamente questo fenomeno non sembra dare significativi peggioramenti dell’udito, il prolungarsi dell’esposizione porta negli anni alla morte delle cellule cigliate che purtroppo sono un organo che non si riforma. L’esposizione al rumore dovrebbe essere accompagnata da periodi di riposo nei quali le ciglia hanno modo di recuperare parte dello sforzo fatto, ma, se questo tempo non è ragionevolmente lungo, il danno diventa irreversibile. Il fatto che il suono che percepiamo, come nell’esempio delle cuffie con la musica, sia gradevole o meno non determina livelli diversi di usura. Se infatti stare vicino a un martello pneumatico è ritenuto da tutti fastidioso, non è detto che la musica nelle orecchie a un livello analogo possa generare fastidio. Il fenomeno del rumore quindi spesso passa per un fastidio e un disturbo che può diventare anche un danno.
Oltre a questo fenomeno esiste anche una ricaduta psicologica del fastidio da rumore. È infatti dimostrato che, in determinate condizioni di rumore, insorge anche uno stress psicologico che può sfociare in patologia. Pensiamo infatti al classico ticchettio dell’orologio che si sente di notte. Se siamo impegnati in una qualsiasi attività non lo sentiamo, ma, appena cala il silenzio e ci soffermiamo ad ascoltarlo, non smettiamo più di sentirlo fino a che diventa un lento logorio per il sonno. Eppure il livello del ticchettio è sempre lo stesso, ma il fatto di focalizzarlo da parte del nostro cervello lo fa diventare molto più presente che in altri momenti. Non è raro il caso di persone che raggiungono livelli elevati di stress per un rumore che altre persone nella stessa stanza non sentono nemmeno.
Il problema di questo tipo di stress è che spesso va a incidere sul sonno e sul riposo delle persone fino a deteriorarne irreversibilmente il livello di riposo. Il fatto di non riuscire più ad avere un corretto riposo ovviamente incide sia sulla vita quotidiana delle persone che sulla loro lucidità, ma alla lunga anche sulla salute stessa. Il rumore quindi, oltre ad essere fastidioso, è anche una possibile causa di danni fisici e psicologici. Per questo motivo è importante curare il livello di rumore a cui siamo sottoposti, soprattutto se per qualche ragione siamo soggetti in alcuni ambiti, quali per esempio quello lavorativo, a rumori elevati. È infatti importante che persone che lavorano in ambienti rumorosi abbiano dei periodi di riposo e di silenzio che gli permettano di recuperare.
Acquista quindi particolare importanza curare il livello di rumore interno alle nostre abitazioni e nei luoghi che frequentiamo. In casa infatti siamo soggetti a diverse sorgenti di rumore che non possiamo controllare. Ci sono i rumori che provengono dall’esterno che sono generati dalle strade, dalle attività antropiche esterne, dalle attività commerciali o industriali confinanti. Ci sono i rumori dei vicini di casa che si propagano per via strutturale o per via aerea e ci sono i rumori di calpestio che ci arrivano dal rumore di scarpe o tacchi dei vicini. Oltre a questi ci sono gli impianti comuni dell’edificio quali ascensori, impianto sanitario, impianti termici o impianti di ventilazione posti nelle vicinanze o nell’edificio stesso.
La normativa italiana prevede già da molti anni delle verifiche dei requisiti acustici passivi dei progetti di nuova edificazione o di ristrutturazione, ma spesso viene disattesa o non perseguita nel modo corretto. Esistono infatti diversi accorgimenti che possono evitare di incorrere in situazioni di propagazione del rumore dall’esterno o dall’interno. Innanzitutto analizziamo la propagazione del rumore. Il rumore in un edificio si può propagare in due modi: per via aerea o per via strutturale. Il rumore aereo è quello che si propaga nell’aria. Per esempio se il mio vicino urla molto forte, il suo urlo metterà in vibrazione l’aria, che a sua volta metterà in vibrazione il muro che ci divide e che metterà in vibrazione l’aria del mio appartamento che quindi mi farà sentire tale suono.
Il rumore strutturale è invece quello che si propaga tramite le strutture. È infatti possibile che il rumore, che si genera in un locale distante dal mio, metta in vibrazione un soffitto che è strutturalmente collegato al mio e che quindi arrivi fino al mio appartamento. Questa è la situazione per cui a volte capita che qualcuno dica di sentire i rumori di un appartamento o di una villetta a schiera molto distante dalla propria, mentre sente meno quella più vicina. Come è possibile quindi evitare tutto questo? Ovviamente curando la progettazione acustica degli edifici primariamente o in seconda battuta andando a fare una riqualificazione acustica. La progettazione è la soluzione primaria perché comunque le bonifiche possono essere utili, ma a volte i vincoli costruttivi impediscono di poter andare a risolvere completamente i problemi. Se infatti prima di costruire le soluzioni sono tutte perseguibili, una volta costruito i vincoli sono molti e quindi non tutte le strade sono percorribili e risolutive.
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Dovendo dare comunque dei piccoli consigli generali in ogni caso è importante:
- Scegliere materiali ad elevato abbattimento acustico: in particolar modo è importante, per evitare che entrino i rumori esterni, curare il livello di fonoisolamento dei serramenti che sono la parte più debole delle nostre facciate.
- Scegliere correttamente la posizione delle stanze per cui prediligere i locali diurni, quali sala o cucina, verso le zone più rumorose e le camere rivolte su lati più silenziosi.
- Cercare di posizionare le camere lontano dalle stanze potenzialmente più rumorose dei vicini quali i bagni.
- Curare moltissimo la posa dei materiali. La scelta di elementi acusticamente superlativi viene vanificata completamente da una cattiva posa. Non esiste materiale o componente in grado di garantire isolamento acustico anche in condizioni di pessima posa. In particolare curare che non ci siano ponti acustici o zone di passaggio del rumore. Tipico esempio resta quello del serramento per cui, se la tenuta non è completa, si vanifica l’effetto di qualsiasi sigillante.
- Inserire materassini anticalpestio in tutti i pavimenti in modo da evitare la propagazione del rumore tipico di tacchi. Anche in questo caso la posa risulta fondamentale. Esistono infinite casistiche di solai nei quali il materassino è stato male posato vanificando ogni effetto. Purtroppo il rumore non perdona per cui basta il minimo errore per annullare l’effetto di insonorizzazione.
- Cercare di non mettere mai dei fori nei muri in corrispondenza di altri fori vicini. Per esempio se due appartamenti hanno una parete in comune non mettere le scatolette dell’impianto elettrico esattamente nella stessa posizione oppure non posizionare nella stessa posizione le cassette del wc di due appartamenti confinanti. Questa scelta andrebbe a ridurre di molto in quel punto l’isolamento acustico dei muri andando a creare un ponte acustico.
- Installare sistemi antivibranti o smorzatori su tutti gli impianti e sulle tubazioni. Gli impianti creano tipiche vibrazioni dovute al passaggio di aria o acqua che si possono propagare anche a grandi distanze. Un altro problema può essere legato agli impianti ad aria che possono generare delle turbolenze rumorose. È importante negli impianti curare anche la velocità dell’aria e dei fluidi al fine di non generare fischi o rumori.
Tutti questi accorgimenti insieme alla valutazione dei requisiti passivi si rivolgono all’isolamento dai rumori esterni. La normativa non pone dei vincoli; invece per quanto attiene i rumori interni neanche nelle attività commerciali per cui, come dicevamo, siamo spesso soggetti a rumori molto elevati in ambienti confinati come centri commerciali, ristoranti o bar. Anche questo fenomeno è evitabile curando il tempo di riverbero interno. Il tempo di riverbero è infatti l’indicatore che misura il comfort acustico interno. Anche in questo caso è possibile curarne la bontà sia in fase progettuale che durante una bonifica. Un buon comfort interno si ottiene tramite l’impiego di materiali con livello di fonoassorbimento corretto. Questi possono essere o elementi a soffitto o a parete o delle parti mobili che vengono utilizzate in vario modo e mimetizzate nell’arredo.
Concludendo quindi è importante curare il benessere del nostro orecchio concedendogli momenti di riposo e di silenzio e permettendogli di vivere e frequentare luoghi con una buona qualità acustica. Il comfort acustico si può ottenere… basta volerlo.