Il benessere
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Editoriale
Tema «Il benessere»
di Gloria Ciapponi
Frullio d'ali, cielo di primavera, odore di terra fertile. La cascata chiassosa riversava l'acqua di ghiacciaio nel torrente festoso che tagliava in due la valle. Intorno, i prati fioriti si facevano concorrenza nei colori e nei profumi, lasciandosi accarezzare dal vento, giusto una brezza stagionale che pettinava i fili d'erba e i trifogli trasportando doverosamente i pollini.
Perché te ne stai lì tutto solo a far niente?
- Ti sbagli, sto aspettando.
- Ma non fai nulla intanto.
- A me piace fare una sola cosa alla volta.
- E cosa aspetti?
- Non lo so, devo ancora deciderlo, ma quello lo farò domani.
È scontato che sia un dialogo tra esseri umani? È questa la prima domanda che dovremmo fare quando pensiamo al "benessere", cioè se riguarda egoisticamente solo l'uomo o anche ciò di cui fa parte, un insieme armonico. Ma siamo andati talmente oltre, che oggi ci sfugge la banalità e l'essenza stessa di un concetto che ci vorrebbe paradossalmente tutti felici. Senza problemi di salute tutti dovremmo esserlo, fisicamente e mentalmente.
Ma il concetto di "benessere" è in continua evoluzione, condizionato, violentato, camuffato, tanto che la nuova accezione del termine ci fa sentire sempre inadeguati, manchevoli dei requisiti base. Correre verso questo stato dell'essere così agognato ci fa assomigliare ad asini che rincorrono inutilmente la carota. L'aggravante è che quella corsa ci porta a un precipizio, sbavanti e senza dignità, ma l'importante è non saperlo!
- Cosa aspetti allora?
- Ho smesso di aspettare appena ti ho visto, ora sto solo respirando, trovo che sia la cosa più piacevole da fare, da vivi.
Le sette. Un tuono di una tremante potenza svegliò il taglialegna che smise di russare e aprì gli occhi, la pennichella aveva rinvigorito le sue braccia stanche. Alzò gli occhi al cielo, si massaggiò il mento e, brandita l'ascia che aveva appoggiato accanto alla grande quercia, la alzò e sferzò il primo colpo contro il suo ossuto tronco.
- Mi dispiace! – urlò l'ascia prima di colpirla.
L'albero non rispose, mentre ascoltava il temporale che aveva atteso, l'ultimo temporale della sua vita, smise semplicemente di respirare.
Immagine: Luca Conca - Tronco - acrilico su cartone telato