I cinque sensi
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Sollecitazioni musicali
Quando la magia delle note passa attraverso di noi
Giuseppe Verdi - Messa da Requiem
Può la musica coinvolgere i nostri cinque sensi: udito, vista, tatto, olfatto e gusto?
Sicuramente i primi tre. La musica si ascolta e attraverso l’ascolto vengono sollecitati e amplificati i nostri sentimenti, le emozioni, vengono risvegliati i ricordi, anche quelli più sopiti, in poche parole ci fa sognare a occhi aperti.
Affiancata all’ascolto e strettamente legata a esso è sicuramente la vista. Se assistiamo a un’opera lirica o a un balletto, oltre che sentire la musica, possiamo vedere e ammirare la scenografia, la coreografia, i costumi dei personaggi e dei cantanti, possiamo seguire i volteggi, le evoluzioni dei ballerini, la loro eleganza e bravura nei movimenti e nelle varie figure. Ci sono allestimenti meravigliosi e indimenticabili come per esempio l'Aida all’Arena di Verona o il Lago dei Cigni al Metropolitan di New York o al Teatro alla Scala.
Il 10 agosto del 1913, un numeroso pubblico sorpreso fra cui personaggi quali Puccini, Mascagni, Boito, Pizzetti, Zandonai e Monemezzi e gli scrittori Gorki e Kafka, assistette a un’edizione moderna dell’Aida (detta del “Centenario”), regia di Carlus Pandrissa e Alex Ollé, direttore Wellber, degno erede di Serafin. A calcare il palco oltre gli interpreti principali, 175 artisti tra comparse, mimi e figuranti, 164 coristi e 40 ballerini. In scena solo simboli dell’antica cultura egizia, stilizzati e reinterpretati con materiali dell’avanguardia. Niente animali vivi, per rispetto, un elefante e una famiglia di cammelli meccanici. Enormi dune di sabbia gonfiabili stese sulle gradinate del retropalco.
Anche in un concerto sinfonico la vista ha la sua importanza perché permette di abbracciare l’intera orchestra, individuare i vari strumenti utilizzati nei vari momenti, le espressioni dei musicisti, ecc.
Per suonare la musica bisogna utilizzare uno strumento, e qui arriviamo al tatto: per suonare un violino o un violoncello o contrabbasso (chiamati strumenti a corda o più semplicemente archi) bisogna pizzicarne le corde con le dita o sfregarle con l’aiuto di un apposito strumento chiamato “archetto”, costituito da un’asticella di legno e da un fascio di crini di cavallo sotteso a essa. Si pizzicano con le dita anche le corde della chitarra o quelle dell’arpa. Per quanto riguarda il pianoforte, occorre che si premano i vari tasti corrispondenti alle note: con una pressione più o meno decisa si ottiene il “forte o il “piano”. Bisogna usare le dita e, pertanto, usare il tatto anche per gli strumenti a fiato (clarinetto, oboe, flauto, tromba e via dicendo).
Nel 1966, Brian Wilson, leader del gruppo californiano ”The Beach Boys”, per ritrovare le sensazioni e le emozioni che gli dava la spiaggia, fece installare, nel soggiorno della sua grande villa, una struttura in vetro (diventata famosa come “Sand box”) all’interno della quale un pianoforte appoggiava su un letto di sabbia; questo gli permetteva, mentre componeva le canzoni che avrebbero fatto parte dell’album “Smile”, di sentire la sabbia sotto i suoi piedi e di avere così l’impressione di comporre davanti al mare.
Infine, per coinvolgere anche l’olfatto e il gusto, vorrei aggiungere che, come certe composizioni classiche o anche certe canzoni possono farci ricordare particolari momenti della nostra vita, le stesse possono riportarci alla mente anche il sapore o il profumo di certi cibi gustati con quelle musiche in sottofondo, o addirittura essere trasportati in mezzo alla natura.
Flauto magico, W. A. Mozart - Bregenz
L’esempio poi che più di altri illustra al meglio la totale comunione tra musica e sensi è rappresentato dai sempre più frequenti, specie negli ultimi anni, concerti all’aperto. Non mi riferisco tanto a spazi tradizionali, da sempre deputati all’esecuzione e all’ascolto di musica classica o leggera, ma a quei luoghi inediti, inaspettati, suggestivi e selvaggi che vengono scelti per poter fruire della musica in contesti e ambienti che abbraccino e letteralmente incantino lo spettatore: una piattaforma in mezzo al lago, un pendio in cima alle montagne, la volta di una grotta.
Qui gli altri sensi dell’ascoltatore sono sollecitati ancor più e ancor prima dell’udito, e tutti concorrono a un sesto senso: la meraviglia.