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Le parole
editoriale | Strumenti per essere
«Vi erano fasci di diversa luce sul culmine dell’arco, come punte di una corona, e ardevano. L’arco scorreva lungo le zone vicine del cielo, sfavillava leggermente e si spostava con delicati guizzi nel vasto spazio».
tratta dalla novella «Cristallo di rocca» di Adalbert Stifter
«Gente giovane e anche vecchia
ascoltava attenta le parole
che Olaf disse dei suoi sogni.
Dormisti proprio a lungo…
Ora destati, Olaf Asteson!»
tratta da “La leggenda del sogno di Olaf Asteson”
Quanto sono importanti le parole? Ci hanno insegnato che servono a spiegare il significato degli oggetti o delle situazioni, in modo tale che chi le ascolta possa condividere un pensiero, un’immagine. Ci hanno insegnato che con le parole comunichiamo, ci esprimiamo e comprendiamo e che attraverso esse bisogna trasmettere con grande precisione quello che proviamo perché facendolo manifestiamo il nostro essere umani.
Sicuramente le parole che escono dalla nostra bocca hanno una grande influenza sul risultato dei nostri progetti o sull’andamento delle nostre relazioni. Allo stesso modo, ascoltare come parla una persona ci dà molte informazioni sui suoi pensieri, sui suoi atteggiamenti e sulle sue convinzioni. Ma è proprio vero che le parole che esprimiamo o ascoltiamo esprimono davvero l’essere noi stessi?
Facciamo silenzio.
Stare nel silenzio è fondamentale per ascoltare le parole che vengono da dentro di noi e solo ascoltandole possiamo essere noi stessi laddove si uniscono le parti del nostro creare, del costruire sorprendentemente. La vita ci distrae proprio con delle altre parole che ci portano lontane dal centro del nostro essere.
Quante vergogne, paure, insicurezze proviamo nel corso della vita quando parliamo? Per colpa di queste paure fin da bambini nascondiamo noi stessi ogni giorno, sempre di più, camuffandoci in frammenti di identità che non ci appartengono e che colgono invece il compiacimento della cultura in cui siamo immersi. In balia delle onde.
Dov’è il luogo della coscienza dove abbiamo certezza di noi stessi in ciò che siamo? In quella sede siamo nella centralità dell’essere e solo lì le nostre parole esprimono chi siamo. Allora ci sembrerà davvero assurdo pensare che il mondo ci corre incontro e che con i nostri poveri sensi accogliamo quello che possiamo e lo aggiungiamo alla nostra vecchia scorta di parole! E ci sembrerà assurdo credere di essere abbastanza intelligenti per credere di capire ogni cosa e di giudicarla! Invece se fossimo centrati in noi stessi capiremmo che quando riuniamo le parole, che siano esse sostantivi o aggettivi, e mettiamo in moto il linguaggio esso esprime realtà: l’immagine entra nella natura e fa entrare in essa anche noi facendoci esprimere quindi autenticamente.
Allo stesso modo così come le immagini che vediamo manifestano qualcosa che vive in esse ma che non riusciamo spesso a interpretare, infatti se riuscissimo ad afferrare le immagini in modo 'vivo' potremmo vedere il reale mondo esteriore.
Questo è lo spirito con cui potremmo accogliere il Natale che arriva perché la rinascita possa realizzarsi su diversi piani, e in realtà attraverso la nostra esistenza può avvenire tutti i giorni apparendo in tutto quanto ci circonda. Questo è il mio augurio.