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Il paesaggio
editoriale | Che l’immaginazione impari ad abitare quel luogo
«Com'è difficile capire nel fare un quadro qual è il momento esatto in cui l'imitazione della natura deve fermarsi. Un quadro non è un processo verbale. Quando si tratta di un paesaggio, io amo quei quadri che mi fanno venir voglia di entrarci dentro per andarci a spasso» [Pierre Auguste Renoir]
«La giornata era fredda ma luminosa, il paesaggio nitido: gli alberi, i campi, le rocce davano l’impressione di una gelida fragilità, come se un colpo di vento o un urto potesse frantumarli in un suono di vetro. E come vetro l’aria vibrava del motore della seicento; e grandi uccelli neri volavano come dentro un labirinto di vetro, improvvisamente...” [Leonardo Sciascia]
«Se non scali la montagna non ti potrai mai godere il paesaggio.” [Pablo Neruda]
In un periodo così critico per tutti, in cui l’evoluto e spietato Covid-19 sta sovvertendo il nostro presente, rifiutiamoci di utilizzare termini catastrofistici che non aiutano certo ad affrontare la crisi. Senza negare l’evidenza possiamo decidere di aiutarci a vicenda, di spiegare con calma a chi non ha capito che siamo un grande popolo con grandi risorse soprattutto interiori e che la solidarietà a volte significa stare fermi, in silenzio, ad attendere che alcuni di noi si spendano valorosamente per la collettività.
Nel silenzio possiamo dedicarci a noi stessi e a chi vive con noi, magari ricordando ciò che fuori ci attende, che fa parte dei nostri ricordi e che renderà straordinario ancora il nostro futuro: è il nostro paesaggio, così unico e commovente, tra mare e vette, vicoli e piazze, palazzi e chiese, foreste e vigneti, laghi e castelli, erba e pietre, alberi e animali, ma anche feste e tradizioni, profumi e sapori, musica e poesia, tutto è paesaggio, la gente che lo abita, la storia che ha segnato il suo modificarsi.
Il paesaggio nasce prima di tutto dentro la mente di chi lo ammira, è una visione che si modifica in base alla propria cultura, alla sensibilità, al carattere di chi la vive. Ma per vederlo oggi non dobbiamo per forza spostarci, la tecnologia ci aiuta a ricordarli o addirittura ad ammirarli in tempo reale, a progettare nuovi viaggi tra le mura sicure della nostra casa. Così da rivelarci che il paesaggio è anche la scoperta della nostra interiorità, il vaccino più efficace persino contro il virus, e non parlo del corona, ma del virus delle stupidaggini, delle cattiverie, della mala informazione.
In questo caso non saranno i mezzi tecnologici ad aiutarci a scoprire questo aspetto della nostra umanità.Dovremo anzi imparare a spegnere schermi e cellulari per prendere fiato, abbandonarci a una memoria evocativa, spirituale, positiva, e che l’immaginazione impari ad abitare quel luogo, espressione del dentro che prende temporaneamente distacco dal fuori!
E dopo aver ammirato il paesaggio che siamo e che saremo, che viviamo e che vivremo, apriamo il frigorifero, prendiamo i nostri ingredienti preferiti e cuciniamo per noi stessi, scriviamo una poesia sul muro, facciamo due addominali, coccoliamoci e apriamo le finestre, anche il cielo è un paesaggio straordinario!