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Silenzi… cosmici...
La frequenza delle onde di plasma
di Franco Rama
Foto: www.epictimes.com
Quante volte, nei film di fantascienza, abbiamo visto esplodere astronavi, asteroidi o pianeti, persino stelle? E sempre abbiamo udito il fragore di quelle esplosioni, condite con fiamme e fuoco.
Ma, come ha commentato l’astronauta Edwin “Buzz” Aldrin, secondo uomo ad aver calpestato il suolo lunare: «C'è molto rumore... ma nello spazio non c'è tutto quel rumore.»
Infatti il suono non si propaga nel vuoto dello Spazio: la condizione fondamentale affinché il suono si propaghi è la presenza di un mezzo di propagazione che può essere gassoso, liquido o solido. Maggiore è la densità del mezzo di propagazione e maggiore sarà la velocità del suono: nell'aria il suono si propaga ad una velocità di circa 340 metri al secondo, nell'acqua e attraverso un mezzo solido ancora più velocemente.
Come conseguenza si ha che nel vuoto non c'è propagazione di suono, ma silenzio assoluto.
Ma è davvero così? Sì, e no. Voyager 1, la sonda lanciata nello spazio dalla Nasa nel 1977, ha catturato ed ha inviato a terra una registrazione audio davvero eccezionale, in cui è possibile ascoltare per la prima volta nella storia i suoni dello spazio interstellare.
Tra il novembre del 2012 e il maggio del 2013, gli strumenti a bordo della Voyager 1 hanno registrato le vibrazioni causate da una densa onda di plasma interstellare, cioè gas ionizzato dalle intense radiazioni di stelle lontane.
Il grafico associato al video diffuso dalla Nasa mostra la frequenza delle onde che indicano la densità del plasma. Il colore rosso segnala le onde di plasma più intense, mentre il blu quelle più deboli.
L’audio riproduce l’ampiezza e la frequenza delle onde di plasma, così come le ha percepite Voyager 1. Le onde sono state semplicemente rilevate dalle antenne della sonda, poi amplificate e riprodotte con un altoparlante.
La stessa situazione si è avuta nell’agosto del 2014 quando la sonda Rosetta, in orbita attorno alla cometa 67/P-Churyumov-Gerasimenko, ha inaspettatamente ascoltato dei "suoni" prodotti dal campo magnetico attorno alla cometa: in questo caso le onde sonore sono propagate dall’interazione del flusso di particelle cariche emesse dalla cometa con il vento solare.
Inoltre, molti sono gli oggetti celesti in grado di emettere onde radio e queste sì, che si propagano nel vuoto dello Spazio, in quanto sono anch’esse radiazione, una forma “diversa” di luce. Così possiamo ascoltare, con una adeguata ricevente, le “trasmissioni” del Sole, di Giove, di stelle esplose come supernove, di intere galassie…è la radioastronomia!