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Un percorso per uscire dal caos esistenziale
… e comprendere un’odierna prospettiva più spirituale e creativa
di Luca Calabrò - PRIMA PARTE
Les Demoiselles d'Avignon di Pablo Picasso
L’Evoluzione manifesta un’esperienza cosciente del passare del tempo – tempo individuale e collettivo – proteso verso un senso alto. Vi è una narrazione dell’evoluzione naturale e varie narrazioni dei percorsi evolutivi umani.
La storia stessa traccia ideali e aspirazioni di ricerca del meglio, ideali, e aspirazioni verso un miglioramento. La 'Treccani' ci 'dispiega' la illuminata etimologia del termine: dal latino «evolutio-onis»: svolgere (il rotolo del papiro per leggere): svolgimento, sviluppo, spiegamento; quindi, movimento ordinato ad un fine. È l’immagine, come si diceva, del tempo ordinato secondo una vettorialità. Resta da capire verso quale fine. Il tempo 'bruto' è sempre ordinato, anche nell’apparente caos, secondo la 'ratio' dei processi che lo sostanziano, ma la coscienza deve esprimere una sovrappiù di ordine, cioè esperire il tempo come momento formativo di senso, per sé e per il mondo. L’evoluzione naturale 'incosciente', ma dotata di ratio, mostra già l’indicazione di un processo complesso secondo un ordine e un fine. Ordine, per esempio, è un buon termine che suggerisce la natura riflessa e calibrata dell’evoluzione rispetto al tempo grezzo, e spinge l’atto evolutivo verso il polo ineliminabile del dare senso al mondo interiore e quindi esteriore.
Secondo questa prospettiva più 'spirituale' che materialistico-pratica la storia delle varie civilizzazioni susseguitesi nello spazio e nel tempo mostra come impostazione di base una ricerca di senso e un ordine attorno alle quali muovere le aspirazioni individuali e collettive. Questo aspetto è interessante: l’evoluzione come crescita, se ben calibrata, credo debba tenere presente una coordinazione fra le aspirazioni a una liberazione dai bisogni fisico-materiali e spirituale dei singoli, dei gruppi e di tutta la società. Un primo livello dell’Evoluzione, a partire dal grado zero del bruto essere al mondo, deve risiedere nel porre un argine al caos che il susseguirsi vorticoso e apparentemente inspiegabile degli accadimenti pone come dato ostile all’individuo cosciente.
In civilizzazioni molto diverse come quelle della Cina o dell’antica Grecia gli eroi civilizzatori come «Yu il grande» - l’ancestrale sovrano 'fondatore' del potere della Grecia arcaica - o Ke Krops, il fondatore di Atene, sono portatori di un ordine che pone una gerarchia e una geometria in uno spazio-tempo caotico. Ke Krops accetta come dono da Atena l’ulivo simbolo del lavoro ordinatore dell’agricoltura. Yu il grande, la cui natura trascende l’umano (tutti i principi ordinatori in senso evolutivo delle grandi civilizzazioni «discendono dall’alto») ha chiari tratti sciamanici e quindi rivela il contatto diretto con una dimensione superiore. La figura di Yu, mirabilmente tracciata da Marcel Granet, è paradigmatica del senso di ordine fondativo-evolutivo, nel senso che dicevamo, per quanto riguarda le grandi civilizzazioni tradizionali e il loro sentire il mondo e la civiltà come garantiti da un’aspirazione ad elevarsi. Per inciso, anche i primi re delle «liste reali sumeriche» avevamo origini celesti come Gilgamesh «per due terzi divino e per un terzo mortale». Vi è una danza di Yu che esplicita con il suo incedere un criterio di ritmo musicale, ordinatore dello scorrere del tempo, e che mostra quell’arithmos, quell’ordine geometrico del tempo tipico del Rito. Ma Yu è anche agrimensore, ordinatore del territorio suddiviso secondo una griglia che concretizza idealmente nel celebre quadrato magico.
Le cifre numeriche in Cina sono prima di tutto emblemi di settori del tempo e di avvenimenti: emblemi che combinandosi aritmeticamente garantiscono l’immagine di un senso altrimenti imperscrutabile del Mondo. Tutto ha origine divinatoria e nasce dai settori in cui è diviso il carapace della tartaruga, strumento antichissimo di divinazione. Tutto questo ci porta a considerare l’Evoluzione come percorso di uscita e progressivo superamento del caos esistenziale, come progressiva evoluzione. 'Liberazione' è un’altra parola chiave, forse la più importante di tutto. Lo è nell’ambito di tutte le tradizioni religiose, dai percorsi di ascesi giù giù fino a molti percorsi filosofici e politici. Si riconosce lo stato iniziale del percorso, il puro esserci, o l’essere in una data condizione, come insoddisfacente, e ciò spinge a cercare una via di fuga. Ma il puro e insoddisfacente esserci è, prima di tutto, uno stato incongruente e doloroso della propria interiorità. Da qui partono tutti i percorsi di evoluzione interiore che sono una rivoluzione totale del proprio intimo essere.
Cubismo sintetico, Malevich, 1914
Nelle grandi tradizioni ascetiche occidentali e orientali, come ad esempio il Buddhismo, su questo punto non c’è mediazione: il cambiamento deve eseere totale, senza residui. Difficile da capire per noi moderni che fondiamo tutto sulla nostra individualità, che in tecniche intimamente evolutive come lo Yoga classico (che non è una ginnastica del fisico ma eminentemente una disciplina mentale) il senso dell’Io sia l’illusione della coscienza imperfetta e fondamentalmente un ostacolo da rimuovere in maniera completa senza lasciarne traccia a vantaggio di una percezione più vasta della realtà. Questo decondizionamento totale è quindi un percorso evolutivo che si riscontra in moltissime tradizioni e che, in un certo senso, ne è un denominatore comune. L’abbandono dell’Io è sostanzialmente un abbandono del Mondo cosi come lo si è sperimentato fino a quel momento.
In questo ambito è molto interessante il confronto tra certi percorsi ascetici di liberazione e i percorsi segnati, per esempio, da discipline moderne come la psicoanalisi. La psicoanalisi e i percorsi psicologici moderni tendono a guarire il Sé profondo dell’individuo senza liberarsene, tendono quindi, anche se cambiandolo, a confermare l’Io. Qui è il punto dirimente fra un’Evoluzione che chiameremmo spirituale in senso lato, propria di certe tradizioni, e una evoluzione puramente psichica. In netta opposizione alla psicoanalisi e alla psicologia moderna le pratiche di ascesi 'superiore' non confermano, pur migliorato l’Io e la propria individualità, ma portano a dissolverli completamente, ripartendo da un «grado zero» più elevato.
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[ sarà pubblicata il 31 maggio 2024 ]