L'inizio
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Buttati che è morbido
Se l’inizio fosse...
di Gina Grechi
Settembre è il mese degli «inizi». L'ho sempre pensato. Nell'aria aleggia un delicato profumo di matite temperate e scarpette da ballo.
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Il clima, vivace e frizzantino, accende un pesante dialogo con l'imprescindibile «maglietta della salute».
Se chiudo gli occhi, indosso ancora un grembiule nero e il capriccioso battito del mio cuore, pungolato da una serie di emozioni contrastanti, è la colonna sonora del momento. Come reagire al richiamo della cultura, all'inflessibile appello del primo giorno di ogni cosa, senza svenire?
Elisa suggerisce un mantra: «Tutto quello che non proviamo a compiere, ci sembra irrealizzabile, prima di compierlo»; dopodiché non resta che tuffarsi di testa, magari sostenuti dalla ruggente curiosità di scoprirsi più abili che mai, nel condurre una nuova partita!
Dovremmo essere grati alla vita che, sempre più spesso, ci assegna il compito di diventare «protagonisti di un inizio», perché, come diceva il saggio: «Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile». Dietro ogni debutto, infatti, potrebbe anche nascondersi l'occasione per trovare o ritrovare se stessi, per aggiungere un tassello alla conoscenza delle proprie abilità o dei propri limiti, per far luce su mirabili sentieri, mai esplorati.
Detto questo, mi piace pensare che se l'INIZIO fosse un uomo, sarebbe un bel giovane, pieno di speranze; se fosse una città, sarebbe una metropoli accogliente e aperta; se, invece, fosse un dolce, sarebbe un panettone, che con occhi canditi e guance paffutelle, grida a squarciagola: «Buttati che è morbido»!