Editoriale

Tema «I cinque sensi»

di Gloria Ciapponi

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Hans Makart, Los cinco sentidos

Conoscere meglio i 5 sensi, un buon proposito per il 2017. La vita senza di loro non avrebbe scopo, ci permettono di percepire ciò che ci circonda, di farne parte, di conoscere e sperimentare.

Doveroso nominarli, come supereroi perché in effetti dotati di poteri: la vista, l'udito, il gusto, il tatto e l'olfatto. E ognuno si diverta, in base alla propria personalità, a cambiarne l'ordine, a immaginare di dover vivere senza di loro. A qualcuno purtroppo tocca e la lettura del mondo per un individuo che madrenatura ha messo nelle condizioni di doverne fare a meno, diventa sicuramente diversa, nella prospettiva, spesso nelle possibilità.

Gli organi di cui disponiamo alla nascita, i cosiddetti ricettori, si sviluppano con il tempo e possono essere educati, ma anche se non necessitano delle nostre teorizzazioni, diventano strumenti spesso così sofisticati da essere utilizzati professionalmente. Avremo quindi esperti di profumi, sapori, immagini ecc.

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Giovanni Cavagna - Tricot couture cinque sensi

Ma anche tra i sensi sono stai distinti erroneamente quelli di serie A da quelli di serie B, cioè quelli che sono stati più utilizzati da quelli più trascurati: forse proprio perché l'olfatto, il tatto e il gusto non sono facilmente comunicabili, mentre la vista e l'udito sono sensi pubblici. La vista inoltre ha una grande caratteristica, cioè il raggio più ampio, l'essere umano è in grado di vedere stelle lontanissime, magari già scomparse da milioni di anni. L'udito ha un raggio minore, l'olfatto è un senso ancora più ristretto, a meno che l'odore non sia talmente presente da impregnare l'aria a grande distanza. Invece il tatto e il gusto presuppongono addirittura il contatto, e quindi se non tocchiamo qualcosa con i polpastrelli o, nel caso del gusto, con la lingua, non possiamo sentire insieme agli altri, ecco perché non sono sensi facilmente comunicabili. Dovremmo quindi toccare contemporaneamente lo stesso oggetto o mangiare lo stesso cibo. Ecco perché sono sensi che solo nei tempi più recenti hanno trovato un certo grado di misurazione, conoscenza, sono diventati più interessanti, spinti anche dalle capacità dell'uomo di osservare oltre.

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Giovanni Cavagna - Tricot couture cinque sensi

Senza entrare in approfondimenti mistici che vogliono o meno far sposare concretezza e spiritualità, come molte teorie religiose che considerano la realtà materiale un'illusione sensoriale, dietro la quale si nasconde la vera realtà, il puro spirito, l'uomo moderno deve ammettere di sapere che i sensi ci mostrano solo una piccola parte dell'esistente. Basti pensare alla vista, che ci offre un campo visivo di frequenze di luce estremamente ristretto rispetto alla grande vastità di quelle che ci circondano. Ammettiamolo, i nostri sensi sono da un lato meravigliosi e sorprendenti, nella loro capacità di offrire una finestra attraverso cui cogliere il mondo, dall'altro limitati in quella di accogliere la vasta realtà che esso stesso ci offre.

Ma mentre ci arrovelliamo per sviluppare quel leggendario sesto senso, dovremmo smetterla di “sottovivere” e di “sottoutilizzare” i nostri sensi, come scriveva Proust: lui sosteneva che incameriamo conoscenze sensibili e pensieri, li accumuliamo in noi come lastre fotografiche non sviluppate, che invece dovremmo sviluppare attraverso l'intelligenza.
Questo potrebbe essere un buon proposito per il nuovo anno: aprire di più gli occhi, le orecchie, quasi tutti i pori del corpo ed essenzialmente vivere un'esistenza più ricca e forse più sensata, esercitando questi sensi, soprattutto quelli che tradizionalmente trascuriamo.

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