Editoriale

tema «Il futuro»

di Gloria Ciapponi

futuro editoriale

"Il futuro è oggi!", "Costruiamo un futuro migliore", "Il futuro della memoria", gli slogan si moltiplicano, vogliono provocarci riflessioni diverse o indirizzarci verso il sospetto che il futuro stesso si trovi nel nostro passato, che correndo non lo raggiungeremo prima.

Ma ciò non basta a fermarci, a rallentare il ritmo della nostra fuga: la curiosità che spesso è temporaneamente saziata da indovini e ciarlatani, o da scienziati e sociologi, ci solletica e ammalia. Ogni spacciatore di certezze ci consegna un pacchetto completo per una vacanza o un incubo molto realistico: qualcuno ha persino capito che più la versione propinata è inverosimile e più la gente abbocca, così bisognosa di fantasia, assetata di paradisi lunari lontani anni luce dalla nostra condizione umana.
Ma cosa vorremmo dal futuro? La ricchezza è ciò che va per la maggiore, è il sogno delle masse che comunque sanno quanto conti essere e dimostrare di essere ricchi più di ogni altra cosa, più della vita stessa! La felicità, dopo la salute, è ciò che auguriamo a tutti per l'anno nuovo e intanto speriamo che per noi ci sia solo un po' più di denaro... ma per fortuna il buon senso a volte ci porta a progettare strade percorribili e a desiderare che il nostro habitat sia semplicemente un po' meno sporco di ieri.
Sperare più in piccolo, anche solo imparando a volere bene alla nostra terra, alle nostre Alpi, ci dovrebbe spingere a desiderare con tenacia di difenderle dalla massificazione, dall'invidia per l'erba del vicino che ci cresce dentro - parte intrinseca del nostro Dna – per capire come sostituire il cemento inutile con germogli di rapporti umani; forse allora, in quel futuro non troppo utopistico, sarebbe possibile riconoscerci tra le masse e sorridere della nostra ritrovata identità. Guardiamo avanti, guardiamo fuori, dopo aver curato ciò che prima ci sta attorno, prezioso e unico, guardiamo la nostra valle, diversa e preziosa.

 

"Lascia dormire il futuro come merita. Se lo si sveglia prima del tempo, si ottiene un presente assonnato"
Franz Kafka

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