- Categorie: Il paesaggio sei in Arte
Quattro diversi modi di intendere il paesaggio
Il complesso rapporto tra Arte e Paesaggio indagato in alcune delle sue infinite sfaccettature
Gigli rosa-shocking nella baia di Miami
Christo e Jeanne-Claude, Surrounded islands, 1983. Polipropilene rosa, 600mila m² ca. Florida, Greater Miami, Biscayne Bay.
La Land Art è una forma d’arte contemporanea, sorta negli Stati Uniti tra il 1967 e il 1968, che aspira ad uscire dagli spazi ristretti delle gallerie d’arte e dei musei. Questo tipo di arte si applica direttamente all’ambiente circostante fino a far diventare il paesaggio una parte essenziale dell’opera d’arte, il più delle volte temporanea. La Land Art può svilupparsi in spazi incontaminati come deserti, laghi, isole, parchi oppure su strutture umane preesistenti: ponti, monumenti ed ha lo scopo di dare risalto a ciò che viene celato. Quando il 7 maggio del 1983, Christo e Jeanne-Claude terminarono il loro lavoro, molti furono gli abitanti di Maiami che accorsero per osservare quello spettacolo straordinario: una visione surreale che occupava l’intera baia. Undici piccole isole disabitate impacchettate con migliaia di metri quadri di tessuto di polipropilene color rosa shocking e trasformate in enormi gigli sgargianti alla luce del sole tropicale.
Il paesaggio di una vita
Paul Cézanne, La montagna Sainte-Victoire, 1887 ca. Olio su tela 66,8 x 92,3 cm. Londra, Courtauld Gallery.
La montagna Sainte-Victoire è un massiccio granitico che domina il paesaggio ad est di Aix-en-Provence, città natale di Cézanne, dove l’artista visse, a parte una breve parentesi parigina, per tutta la vita. Il pittore si confrontò con questo scenario in una sessantina di opere tra dipinti, disegni ed acquerelli realizzati a partire dagli anni Ottanta del 1800. In quest’opera, il concetto di paesaggio, costruito classicamente attraverso il disegno e la prospettiva è ormai superato: qui dominano la forma ed il colore. L’interesse di Cézanne per la forma e la linea è enfatizzato dal tronco dell’albero in primo piano e dei rami che riprendono perfettamente il profilo della montagna sullo sfondo. La tavolozza è giocata sui toni del verde e del giallo a suggerire il clima caldo e soleggiato delle regioni meridionali della Francia. Nel corso dei successivi vent’anni, Cézanne continuò a ritornare su questo tema più e più volte, quasi fosse un esercizio spirituale, fino ad arrivare ad una semplificazione assoluta delle forme e dei colori che aprirà la strada all’Astrattismo e al Cubismo.
E se il paesaggio terreste lo guardassimo da un altro punto di vista?
Equipaggio Apollo 8, Earthrise. La terra sorge dalla superficie lunare, 24 dicembre 1968. Hasselblad camera.
Gli astronauti Borman, Lovell e Anders ricevettero, durante la missione Apollo 8, tra gli altri, l’incarico di fotografare la superficie lunare, alla ricerca del punto più adatto per l’allunaggio, programmato dalla Nasa per il luglio 1969. Le fotografie scattate durante quella missione costituiscono una pietra miliare nella storia della “Conquista dello spazio” da parte dell’Uomo. Tra gli scatti più affascinanti vi è quello della vigilia di Natale del 1968: nella fotografia si vede il globo terrestre, d’un bel blu marezzato, sorgere dal desolato orizzonte lunare e stagliarsi, luminoso, sullo sfondo nero e profondo dello spazio. Qui di seguito il significativo dialogo tra i membri dell’equipaggio, a bordo della navicella spaziale, quel 24 dicembre:
Bill Anders: Mio Dio! Guarda là fuori: c’è la terra che sta sorgendo, che meraviglia!
Frank Borman (scherzando): Mi raccomando non fotografare, non è previsto dal programma
Bill Anders (ride): hai una pellicola a colori Jim? Veloce, passami quel rullino… [scatta la foto]
Jim Lovell: Ragazzi, è uno spettacolo grandioso!
Le vigne del pittore Pietro Ligari e il paesaggio vitato valtellinese
Vigneti nei pressi del Convento di San Lorenzo a Sondrio.
Era il 1729 quando il Governatore della Valtellina Pietro de Salis concesse al pittore Ligari di Sondrio, quale contropartita per i dipinti eseguiti nel suo Palazzo di Coira, due ambite “pezze di terra vignata”: la Baiacca e la Valena, situate nei pressi del Convento di San Lorenzo. Mentre la Valena era data in affitto, la Baiacca era fatta coltivare direttamente da Pietro: esperto agricoltore, oltreché pittore. Ligari raccolse tutte le sue conoscenze sulla coltivazione della vite nel volumetto “Ragionamenti di Agricoltura”, oggi conservato al Museo di Sondrio. Nel manoscritto Pietro racconta delle “fatiche che i contadini valtellinesi devono fare per mantenere le vigne” a causa delle difficoltà legate al territorio e sottolinea l’importanza della manutenzione dei terrazzamenti da farsi regolarmente. Grazie a questa saggezza e al lavoro di intere generazioni di coltivatori valtellinesi ci è stato tramandato un complesso di terrazzamenti, unico nel suo genere, che è stato candidato al riconoscimento Unesco, quale Patrimonio Mondiale dell’Umanità.