Emotional tattoos - Tatuaggi emozionali

Musica a fior di pelle, nella pelle

di Franco Ferramini

pfm 1024

Premiata Forneria Marconi, www.thefrontrow.it

Un tatuaggio permanente è sempre lì, inciso, a ricordare passato, presente e futuro. Un simbolo che molti hanno voluto imprimersi indelebilmente, senza possibilità di ripensamento.

La musica provoca emozioni, siano esse positive o negative; ma cessato il suono, finito il brano, può essere che una melodia o un ritmo rimangano nella testa, come se noi volessimo prolungare il piacere di quell’ascolto. Ci sono brani composti da certi musicisti che rimangono nel tempo, sono impressi nelle menti di molti e non si cancelleranno mai. Come un tatuaggio sulla pelle, ma molto meglio, come un vero e proprio tatuaggio emozionale. “Emotional tattoos” è l’ultimo lavoro della PFM (Premiata Forneria Marconi), forse il più significativo dalla “reunion” della band nel 1997. La Premiata Forneria Marconi è un gruppo attivo nel panorama musicale dal 1971, con l’uscita del loro primo singolo «La carrozza di Hans/Impressioni di settembre». È decisamente 'la storia' del rock-prog italiano. Qualcuno può pensare, «cosa c’entra col presente musicale?». L’album è uscito alla fine di ottobre 2017, sta scalando ora classifiche musicali sempre più difficili da catalogare. Forse non risulta tra quelli più scaricati da internet o visualizzati su Youtube, forse il profilo sui social non ha milioni di follower, ma non è detto che questi parametri indichino la qualità di una musica. Anzi, non la certificano per niente. Non credo che Johan Sebastian Bach abbia molti follower sui social, in modo tale da essere considerato in questo campo alla pari di qualsiasi altro rapper in auge di questi tempi. L’amore per dei musicisti e per il loro stile è un sentimento che dura nel tempo, se questi non ti tradiscono e non prendono strade diverse da quelle per cui ci si è 'invaghiti' negli anni. Tatuaggio emozionale; credo che il titolo di questo lavoro rappresenti perfettamente la natura degli undici pezzi di cui è composto, undici gioielli incastonati in una corona da re del prog-rock.

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Il presente della musica è la buona musica, sintetizzabile nell’equazione: musica di qualità uguale musica sempiterna, suoni sempre 'nel' e 'del' presente. L’album si presenta in due versioni: una completamente in inglese, l’altra con i testi in italiano. Se non si conosce perfettamente l’inglese, è utile ascoltare prima le versioni in questa lingua per concentrarsi maggiormente sul sound e lasciarsi prendere dalla corposità della composizione musicale; l’ascolto con i testi in italiano, pur lasciando sempre grande spazio alla musica, richiede più attenzione perché è necessario concentrarsi anche sui testi. Ma attenzione, non sto parlando di un ascolto impegnativo, questa musica fluisce nell’aria e nelle orecchie in modo agevole e diretto. Con i testi dell’album scritti da Di Cioccio-Ferretti, il presente compare più che mai in qualche frase del primo brano, «Il Regno»:

Ho imparato a coltivare gli attimi
Trattenerli, liberarli nei miei giorni bui.
È che la vita corre e dove corre nessuno lo sa
come una goccia scava e solo il mare l’abbraccerà
E adesso vivo con te
e sono vivo con te
Posso sentirti dentro,
sono al centro della terra
E adesso vivo con te
e sono vivo con te
Siamo tanti e siamo uno
Altra risposta non c’è
E tutto sembra fermo, senza tempo… dan, dan, da, da, da, da
E tutto gira lento, senza tempo… dan, dan, da, da, da, da


Parole accompagnate da musica vera, suonata, non musica esclusivamente sintetizzata come spesso ci tocca sentire da chi viene spacciato per grande cantore di musica pop dei nostri tempi. 
 

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Queste frasi invece, accompagnate da una sequenza di note eccellente, sono il collante del brano «Oniro»:
Prima, «Non ti svegliare amore adesso
se no ti perderai
e se mi faccio nuvola
mi guarderai, mi troverai
stanotte…»
Dopo, «Svegliati pure amore adesso
qui mi ritroverai
non sono più la nuvola
nessuno sa, come sarà
il destino…»

E ancora, nel brano musicalmente grandioso «La danza degli specchi»:

Prendo questi anni
e me li porterò
in giro per il mondo
ora, proprio ora,
voglio farlo insieme a voi
Siamo destinati
a rimandare
quello che ci va di fare
chi l’ha detto non l’ha fatto
no, non andrà così
Specchio, specchio dell’identità
voglio scappare via di qua
lui mi dice, lascia tutto, cerca dentro te!
Io tengo il tempo se sono in tempo
posso viaggiare col mio tempo
anni di Blues, anni di Rock
progressivamente anni ribelli
immaginifici come una tela di Van Gogh
così era il Prog!

Tanto per ribadire il concetto che l’unica vera musica del presente è la buona musica, ovunque e in qualunque modo venga rappresentata, sia essa concepita nel medioevo o nel ventunesimo secolo.
O ancora, e qui finisco le citazioni, nel brano «Le cose belle», apparentemente banale ma dotato della classica profondità e bellezza delle 'cose semplici' perfettamente riuscite:

Le cose belle che sto cercando
le sento quando mi fermo un po’
per un attimo, in più di un attimo
le riconoscerò…
Amo, come sei,
fiore, in mezzo a un libro da leggere
passi e briciole, cose che,
ora già mi parlano di te
Amo, quel che ho,
e al mio tempo io chiederò
di ballare, scalzo insieme a noi,
cadono le stelle, è notte ormai”

pfm storia di un minuto 512

«Storia di un minuto», 1972

Lo stupore della vita racchiuso semplicemente in un attimo, una riflessione di un secondo.
Ma è difficile descrivere per iscritto le sensazioni dell’ascolto. Ovviamente per apprezzare appieno gli undici brani, è utile avere una conoscenza retroattiva di cosa è stata la PFM (primo album datato gennaio 1972 intitolato, guarda caso «Storia di un minuto») e oserei dire di cosa è stato tutto il movimento musicale oggigiorno definito «Prog». Ma la scommessa è che anche a un ventenne, se ben disposto e non prevenuto, può piacere questa musica. Non è difficile, è musica facile, la bellezza non è mai difficile. Il bello è fare propri questi pezzi, ascoltarli più volte nei dettagli sonori per comprenderne in pieno la maestria di composizione; per poi ascoltarli dal vivo, in concerto, quando loro sono lì davanti, a suonarli per te, in quel presente irripetibile, in quei momenti.

 

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