I mal di scuola

Il coraggio di reagire non è solo civile

di Luciana Nussio

wc 1024

mal di pancia quando c’è la verifica - mal di testa quando i numeri sono troppi - mal di gambe quando si perde la partita - mal di mani quando le parole scritte si aggrovigliano - male dentro quando ci si sente soli sul piazzale

A scuola, nei momenti di bisogno, come contenitore delle parole che fanno o provocano del male, metto a disposizione degli scolari diversi materiali che permettono loro di liberarsi dalla rabbia che hanno dentro. La rabbia e il dolore sono emozioni utili e preziose che mostrano al prossimo più prossimo che si ha bisogno di aiuto.

bambino colori 1024

Il male blocca, paralizza, distrugge, annienta, toglie, rovina, rompe… chiude, sempre.
Chiude il fluire dell’energia e allora ad uno scolaro non rimane che comunicare come può.
È proprio in questi momenti così fragili che l’insegnante dovrebbe riuscire a capire il dolore e prendere la decisione più giusta, in quel preciso istante, la decisione giusta e su misura per quel bambino. Altrimenti il male aumenta e allora sì, che fa male davvero.
Ma quando il male lo fa un adulto? Quando è l’insegnante oppure un genitore a ferire e umiliare, rovinando l’autostima di un individuo?
Allora il male va bloccato! Bisogna avere il coraggio civile di reagire quando una relazione è storta, rovinata, sbagliata.
Che fare invece quando il male si impossessa delle parole di un bambino o di un adulto? È bene fermarsi, fermarsi un attimo insieme al tempo che scorre e chiedere scusa e rimanere sospesi, in apnea, per riprendere fiato. Il fiato necessario per donare un respiro nuovo alle proprie parole, ai propri gesti.

Ma se il male che ci rende tristi e deboli dentro non ci lascia, bisogna trovare uno sfogo. È per questo, caro lettore, che ti presto delle parole da «rappare» per poterti sfogare e riuscire di nuovo a trovare il ritmo giusto per respirare.

Mal-essere
[rap]

E quando credi di non farcela più nasce
nasce dentro di te una forza che smorza il tuo malessere
perché ti aiuta e ti invita a dire basta, non resto,
detesto il fingere di quei perbenisti corrotti che peccano di omertà.
Non me ne frega più niente.
Adesso basta sono sana e sono e vera
sono finalmente cosciente.
Coscienza e consapevolezza che in fondo vuole solamente dire, sapere di sapere… e capire.
Capire che il tuo scopo nella vita è un altro, che non te ne frega niente
di tutta quella gente che fa finta,
che si ostenta a mostrarsi diversa.
Ti presto le parole per “rappare” un inno alla vita, all’amore, alle relazioni, quelle vere, giuste verso tutte le persone!

E allora il bene ti pervade e dentro di te un sole nuovo irradia il tuo ben-essere!
Una cosa è certa, parlare o cantare il male può far male, ma sicuramente libera e aiuta a ritrovare la forza per vibrare con l’energia del bene.
E si sa che a scuola si impara solamente quando il bene scorre fra le persone, creando la base sicura che permette ad ogni bambino di apprendere con un sano interesse e una vibrante curiosità.

E per finire dopo il dolore è bene ritrovarsi vicini e cantare insieme una canzone che aiuta a fare la pace con le proprie emozioni negative e ci porta a respirare serenamente nel mondo che ci ospita.

Io l’ho cantata a scuola la canzone che avete appena ascoltato e vi garantisco che è una sana terapia, senza effetti collaterali nocivi!

Back to top
Condividi