Il presente

Il presente non esiste

L’ineluttabile governa il nostro decidere

di Alessandro Bertolini

verbo presente 1024

Il presente è un inganno. Non esiste.
Da ragazzino il nostro maestro elementare, reduce di guerra, quando faceva l’appello pretendeva che ciascuno di noi si alzasse in piedi sull’attenti e urlasse presente!

Sempre le scuole mi ricordano il presente indicativo, che la professoressa faceva coniugare di ogni verbo, anche gli irregolari, prima di passare ai passati e ai futuri. Il liceo coniugava al presente i verbi latini e greci, ma la situazione non cambiava.
Mi svegliavo spesso nel cuore della notte a ripetere le coniugazioni, perché saperle a memoria era necessario per tradurre dall’italiano all’antica e per comprendere le versioni nei compiti in classe. Sempre pensando al presente spesso si usa come modo di dire ‘al tempo presente’, per indicare un periodo storico che ingloba un prima, un adesso e un breve futuro. Al tempo presente ci si riferisce ad alcuni modi di tendenza, abiti, cultura, canzoni.

Il presente come direbbero i latini, Hic, Nunc, invece non esiste, perché quando lo vivo diventa subito passato. Sto scrivendo queste brevi righe e le rileggerò tra pochi minuti. Sto usando il futuro semplice. Poi, dopo averle lette e corrette, dirò: «Ho letto un pezzo scritto mentre andavo in treno a Roma.» Lo dico al passato prossimo, raccontando quello che avevo fatto durante un brevissimo presente.

Il presente non esiste, trascorre velocemente. Ci sfugge e non si ferma. Spesso ci domina, perché siamo fragili. La velocità con cui passa dipende molto dall’età di chi riflette. Più invecchio e più ho la sensazione che il tempo trascorra sempre più in fretta. Non esiste un attimo di sosta, nel quale uno possa prendere fiato, mettere in pausa la vita come si fa col telecomando della televisione satellitare. No, il presente si sposta subito, si conficca nella nostra storia come un pugnale nel costato e non si può più modificare. I ‘se tornassi indietro non lo rifarei’ si sprecano. ‘Ormai è successo, si deve accettare’, perché l’ineluttabile governa il nostro decidere e non consente di coniugare la vita in altro modo.

first aid 1024

In medicina il presente è un dramma, perché accende, porta una diagnosi, qualcosa che segnerà il futuro dell’individuo. Se non rispetto un segnale rosso e faccio un incidente quel che è stato è stato, ho coniugato al passato una mia distrazione. Ne parlo e ci penso come se vedessi un film della mia vita. Dal danno all’auto in poi tutto risulterà diverso e non più dipendente dal mio essere maldestro. Quando dico ad un malato, nunc, che ha il cancro e dovrà fare delle cure, accendo un presente che di colpo disegna il futuro negativo di quella persona. Non si confina nella sua storia precedente, ma come nella fantascienza già indica azioni di là da venire.
Il presente vero non esiste, esso è un tramite per scrivere la nostra esistenza nel bene o nel male.

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