Il presente è già passato, mai esistito

È un gioco, un gioco da usare al bisogno

di Andrea Basci

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È il presente quello che l’occhio osserva ed è su quello che il fotografo lavora, prendere il presente e accompagnarlo tra tortuosi percorsi ottici, specchiarlo e ribaltarlo fino a farlo morire sul sensore.

In un’infinitesima frazione di tempo il presente muore all’interno della camera e da quel momento la trasformazione è altrettanto veloce.
Passato.
È un algoritmo che non funziona, congelare il presente e venderlo per tale, ma nessun orologio si ferma, nemmeno nei millisecondi dello scatto.
Un concetto così volatile da mantenere spiegazioni corrette solo in grammatica, definire l’azione nel momento in cui avviene.
Non esiste il presente, né in filosofia né in meccanica quantistica;
solo noi diamo al presente una sua lunghezza e dimensione, cerchiamo di piegare la parola alle nostre esigenze e così quell’istante effimero ed inesistente può allungarsi e crescere a dismisura.
Cerca la macchina fotografica di isolare un attimo presente e farlo vedere quando se n’è andato.
Come sfogliare vecchi album in bianco e nero.

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Ma quanto dura il presente quando uno sguardo intenso ti fa capire quanto bene ti vogliono quegli occhi?
È un presente che ti rimane attaccato addosso, un presente che rimane sempre lì, pronto ad entrare nei ricordi per essere usato al bisogno.
Forse usare quel presente per prendere sonno oppure portarlo con cura tra le mani e accarezzarlo quando ne hai necessità, necessità che quel presente ti curi e si prenda cura dei tuoi pensieri.
Altri pensieri straordinari, come quando per la prima volta mi sono affacciato al telescopio e Saturno era lì, con i suoi anelli con tutte le loro sfumature di colore.
Stupore.
Sono caduto in quell’ottica a specchi, la mente è rimasta intrappolata per lunghissimi ma brevi istanti sull’oculare.
Mille volte ho visto quell’immagine sui libri ma lì, quella notte, mi si sono inumiditi gli occhi e ogni volta che guardo il cielo e quel puntolino luminoso, ecco che dai ricordi esce quell’attimo di qualche anno addietro, quel presente storico che è ancora capace di appannarmi la vista.


bicchiere basci 512Ci sono anche presenti che si susseguono in maniera frenetica ma cuciti insieme si uniscono in un superpresente:
respiro col naso un bicchiere di vino nobile ed iniziano ad esplodere in testa un susseguirsi di profumi, emozioni e ricordi, fuochi d’artificio, mille presenti che durano un istante ma capaci di unirsi in un superpresente e il bouquet di quel vino ti rimane nei pensieri e si ripresenta e affiora ogni volta che sfiori lo stesso vino.
Profumi che si combinano veloci.
Il presente è un gioco, un gioco da usare al bisogno;
quando la mente ha bisogno del presente cominci a giocarci assieme.
Metto un punto alla fine di questa frase e riprendo in mano la macchina fotografica e il presente è già passato, mai esistito.

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