La paura

Locandine da collezione

Tra assassini, Dracula e zombie... attenti allo squalo!

di Luca Villa

Nosferatu Vampiro

Da dove iniziamo? ... se vogliamo andare sul classico ecco vampiri, uomini lupo, mummie e zombie. Vi piacciono gli animali? Abbiamo un assortimento di piranha, squali, coccodrilli, pipistrelli, corvi ...

Di umani ci sono i vari assassini seriali, con o senza maschera, più o meno deformi, attrezzati di vari oggetti più o meno pericolosi, dai coltelli alle motoseghe. Non dimentichiamoci poi i cannibali e nemmeno l'eterna lotta tra il bene e il male, con i vari adepti e parenti di Satana. Possiamo concludere che per far paura, mettere terrore a qualcuno, nel cinema hanno provato di tutto. Se ci piace provare terrore, angoscia, semplicemente spavento, abbiamo chilometri di pellicole dei vari film thriller e horror, prodotti in oltre cento anni di cinematografia. Noi anticipiamo il momento della visione parlando delle locandine dei film: rappresentano la pubblicità, la presentazione di quello che potremo trovare nei 90 o più minuti di film; il tutto ridotto a pochi scatti fotografici o disegni, riprodotti su un manifesto di carta più o meno grande.

Le locandine da film sono un pezzo collezionistico, un oggetto a due dimensioni, ma un po’ ingombrante in quanto misura dai 70 centimetri in su. Le edizioni fino a metà '900 erano leggermente più piccole. Sono le fotobuste, normalmente stampate in almeno sei varianti, sorelline del più grande manifesto. Tra loro, il più conosciuto è il formato locandina, stretto e lungo. Quindi per raccogliere le fotobuste dobbiamo dotarci di contenitori misura large e due cartoni rigidi di pari dimensioni per evitare che si pieghino. Esistono anche contenitori in plastica ad anelli e quaderni per raccoglierli, questo metodo di conservazione prevede una spesa maggiore ed è il caso di farla solo se quelle raccolte hanno un certo valore. Eh sì, alcune locandine hanno assunto con il tempo un valore collezionistico (e quindi anche economico) non proprio abbordabile da tutti, o per meglio dire, non tutti i collezionisti sono disposti a spendere cifre a tre zeri per portarsi a casa la pubblicità di un vecchio film.

dracula colpisce ancora

Quindi la fotobusta di Edwige Fenech, maestra, spiata mentre fa la doccia, la si porta a casa con pochi euro, questi salgono se la bella Edwige è, sempre in doccia, ma a spiarla è l'assassino di turno, con in mano un coltello, pronto a ripetere la scena di Psyco.
Le locandine dei vampiri hanno un discreto valore collezionistico, è un genere ricercato e non sono poche: Dracula è stato portato al cinema in tutte le salse. Partendo dal primo "Nosferatu il Vampiro" del 1922, alcune riprendono fedelmente il racconto di Bram Stoker, altri invece lo ridicolizzano come "Dracula Morto e contento" di Mel Brooks o lo spostano in un genere erotico come "Dracula cerca sangue di vergine... e morì di sete!!!". Il più famoso "vampiro" del cinema è stato Christopher Lee, numerosi i film realizzati tra gli anni '60 e '70 in cui impersona un Dracula, stile classico ma molto assetato.

lo squalo 2

Lo scopo di queste locandine è quindi quello di introdurre il probabile spettatore alla storia, a quello che troverà nel film. Il pubblicitario dovrà quindi trovare quell'immagine, foto o anche disegno, che riassuma tutto questo. L'attimo prima. Lo sguardo atterrito dell'attrice vittima di turno, una mano con un coltello, il tutto condito con un titolo a caratteri forti, magari uno squalo dalla bellissima dentatura che uscendo dall'acqua copre tutto lo sfondo dell'immagine, davanti a lui una tranquilla turista, ignara, fa sci nautico. Anche "Lo squalo" ha probabilmente fans collezionisti perché bisogna pagare almeno trenta euro per la locandina originale di uno dei primi film. Questo film (il titolo originale è "Jaws", fauci) spaventò così tanto la gente, che negli States quell'anno ci furono meno turisti da spiaggia, inoltre uscirono altri tre film, senza contare tutte le pellicole che copiarono l'idea.

I cannibali. Forse è meglio dire: andate a stuzzicare una qualsiasi popolazione indigena in una sperduta giungla di questo mondo, portategli violenza anziché la civiltà, aspettatevi le conseguenze. A parte il titolo, se guardate la locandina del film italiano Cannibal Holocaust non penso vi provochi reazione di spavento: una scrittura un po' sanguigna su sfondo nero, un indigeno alza un oggetto verso il cielo, una donna a terra. Anche il film inizia con una bellissima immagine di una foresta vergine e una stupenda musica di sottofondo esalta quel paradiso naturale. La storia è un'altra. Basta solo vedere la locandina straniera per capire di cosa si tratta: una donna morta impalata, sempre lo sfondo nero con le scritte che sanguinano. Questa immagine sì che provoca una violenta sensazione! Cannibal Holocaust rientra in quel genere di film horror anni '70 - '80, più o meno splatter, più o meno vietati, dai titoli appunto più o meno forti: Cannibal Ferox, Mangiati Vivi, ecc.
cannibal holocaustLa locandina del film straniero è diversa dalla produzione originale italiana, è molto probabile che un'immagine così forte da noi sarebbe stata censurata, resta il fatto che un film può avere più locandine diverse in base al paese di distribuzione.
La previsione di raccolta del collezionista di locandine inizia ad ampliarsi in modo significativo.

Già per il raccoglitore non è semplice trovare la locandina o fotobusta in ottime condizioni, non piegata, non strappata, senza fori fatti dalle puntine per appenderla o pezzi di scotch ancora attaccati ma che è meglio non toccare per evitare che si rompa. La carta non è delle più raffinate, quindi l'umidità può subito rovinarla, il fumo delle sigarette nei locali pubblici, prima del divieto, la faceva ingiallire.
Nelle locandine invece le scritte danno un tono di vissuto: CINEMA GLORIA GIOVEDI' ORE 21 scritto e ripassato con il pennarello nero. Alcuni collezionisti preferiscono le locandine perfette, senza segni, però un occhio, anzi dieci, bisogna darli all'autenticità, non è così difficile ristampare la copia di una locandina o fotobusta. Riunendo tutte le fotobuste di un film si riesce ad avere un'idea del viso di tutti gli attori e carpire qualche informazione in più.

Chiudiamo con gli “zombie”, un genere che nella cinematografia non muore mai. Il più famoso di tutti è lo "Zombi" di George Romero del 1979 (titolo americano "Dawn of the Dead", ovvero l'alba dei morti) il quale è costato 1,5 milioni di dollari e ne ha incassati 55 di milioni.La locandina è il disegno della testa (non tutta) di un uomo con una parte colorata in nero. Inquieta, non spaventa. 

zombiAppena sopra però una scritta ricorda: “...quando non ci sarà più posto all'inferno i morti cammineranno sulla Terra...”. La frase aggiunge spavento all'inquietudine. Anche le parole sono parte importante della locandina se vogliono essere utilizzate per invitare lo spettatore verso un'idea del film.
Cosa andrò a vedere? Se il titolo è "Una cavalla tutta nuda" è probabile che la commedia sia erotica, ma se il titolo è "Nude si muore" qualcuno nudo sicuramente ci sarà, ma non è detto che sarà presente fino alla fine della pellicola.

La collezione di locandine lascia un ricordo vivo di un film visto, che ha emozionato ed è rimasto impresso nella memoria, è scenografico mostrare agli altri una collezione di questo genere ed è più facile con le fotobuste che sono di formato ridotto, mentre per i manifesti “lenzuolo” è più difficile. Qualcuno li appende in casa, come fossero quadri, ma un accorgimento: se avete ospiti evitate quelli dal titolo "La casa", a coloro che hanno visto il film, potrebbe sorgere qualche preoccupazione...

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