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Il cibo

Quando la fame dice fumetto

Dalle fritture del Barone Pappafico ai cinghiali di Obelix

di Luca Villa

braccio ferro 1280

«Il barone Pappafico, a cavallo d’un destriero, per pugnar contro il nemico abbandona il suo maniero. Porta seco, a cavalcione d’una bestia più modesta, un giullar che, testimone, cantar possa le sue gesta.

w prima storia baronepappafico(Passaggio su un ponte in legno) Insensibili al valore di tant’uomo, quelle vili assi cedon con fragore ai trecento e passa chili. Il Baron gonfia le gote, urla, strepita, disguazza, chè di gamberi e di trote sente piena la corazza. Lungo ed aspro è il salvataggio d’un barone in armatura; ma in compenso c’è il vantaggio d’una splendida frittura. E il giullar canta a distesa con parole che non dico questa prima grande impresa del barone Pappafico.»

Questo è il racconto del primo fumetto del barone Pappafico, pubblicato nella prima pagina del Corriere dei Piccoli dell’1° dicembre 1940, anno XIX fascista e primo anno di guerra per l’Italia nel secondo conflitto mondiale. Il personaggio, realizzato da Ugo De Vargas, è un cavaliere quanto mai anomalo in quanto muove guerra o tenta imprese eroiche da far poi cantare al suo giullare, in realtà non riuscirà per sua incapacità a realizzarle ma c’è sempre un lieto fine alla storia in quanto la sua goffaggine lo porta a recuperare cibo per concludere al meglio l’avventura.

w prima tavola barone pappaficoTutte le storie del barone Pappafico, pubblicate sul Corrierino tra il 1940 e il 1942, ci raccontano dei prodotti più vari: formaggio, patate, prosciutti, tutto finisce nel pasto finale del nostro nobile cavaliere. Inoltre se serve cucinare ecco che l’elmo diventa un’ottima pentola così da friggere pesce o preparare una gustosa polenta. Il barone Pappafico non è sicuramente il primo e non sarà neanche l’ultimo personaggio che ci racconta di cibo, argomento anomalo e, così a prima idea, difficile da presentare in un fumetto. Manca l’odore del prodotto, non ne possiamo definire la consistenza toccandolo, altre note sensoriali lo sconsiglierebbero a una storia bidimensionale su carta. Eppure l’abile maestria dei fumettisti, grazie a immagine e scritto, hanno permesso di legare al fumetto il cibo.  Tutti i Corrierini con le storie del barone Pappafico sono recuperabili nei siti di vendita dell’usato online o nei mercatini. Il loro costo è contenuto (intorno ai 10 euro) e varia in base allo stato di conservazione del giornale.

braccio di ferro popeye n14«Se mangi spinaci diventerai forte come Braccio di Ferro», era una frase che fino a qualche decennio fa si poteva ancora sentir dire dalle mamme al proprio bambino che non voleva mangiare verdure. Eppure non so quanti sanno che il legame tra Braccio di Ferro e gli spinaci nasce anni dopo la sua creazione.

Elzie Segar presenta il nostro marinaio per la prima volta al pubblico nel 1929, Popeye veniva assunto dal fratello di Olivia (la sua eterna fidanzata) per portarlo in Africa alla ricerca della gallina fischione africana. In questo mondo immaginario Braccio di Ferro è scorbutico, rissoso e gran picchiatore.
Qualche anno più tardi Segar spiegherà che la gran forza di Braccio di Ferro era presa proprio dagli spinaci che lui amava mangiare. Questa caratteristica venne quindi ampliata e portata come chiave di ogni storia, ma anni dopo e principalmente nei cartoni animati. 

poldo in braccio story n70All’interno delle storie di Braccio di Ferro un altro personaggio è legato indissolubilmente al cibo: Poldo Sbaffini. La sua passione per gli hamburger è una delle poche caratteristiche che rimangono del primo Poldo presente nelle storie di Braccio di Ferro degli anni ’30. Poldo nasce come manager di una ditta e arbitro di incontri di boxe nel tempo libero. Molti dei personaggi di Segar avranno una seconda vita nel dopoguerra, un altro caso è il papà di Braccio di Ferro, a noi noto come Trinchetto, il quale inizialmente era un gran donnaiolo e solo più tardi divenne invece solo gran bevitore. Il Poldo dei giornalini settimanali di Popeye, acquistabili nelle edicole italiane dagli anni ’60 fino agli anni ’80, è un fannullone alla perenne ricerca di panini, montagne di panini, da mangiare. Ora tutti quei giornalini si possono trovare nei mercatini o online a costi relativamente bassi. È una raccolta che ritengo comunque abbastanza impegnativa per il numero di fumetti da raccogliere e per le diverse serie uscite nei vari decenni.

Negli anni ’60 fa la comparsa nel mondo Disney un supereroe particolare, indossa un pigiama rosso e una mantella blu (è un sacco di patate) e vive a Topolinia. Sul vestito è ricamata una lettera S che lo potrebbe, guardandolo da molto molto molto lontano, far somigliare a Superman. Invece è Super Pippo! Divertente personaggio di Walt Disney, Pippo, l’amico di Topolino, diventa super mangiando una particolare nocciolina americana di una pianta presente nel suo giardino. La sua forza è scompensata dalla semplicità del personaggio, credulone e facilmente raggirabile da persone cattive. È inoltre una forza a tempo, terminato l’effetto della nocciolina deve mangiarne subito un’altra per rimanere super. Super Pippo non ha una propria pubblicazione ma rientra come storia occasionale nella serie regolare di Topolino e nei vari speciali realizzati dalla sua nascita ad ora.

 

asterix e cleopatraUn altro personaggio dei fumetti molto affamato, lo troviamo nella Francia del 50 avanti Cristo, quando Giulio Cesare e i romani hanno appena conquistato la Gallia.
«Tutta la Gallia è dunque occupata… Tutta? No! Perché una regione resiste vittoriosamente all’invasore. Una piccola regione assediata dagli accampamenti romani.»

In questo paesino vivono Asterix con il suo amico Obelix, grande amante di piatto particolare, il cinghiale. Obelix è grande e grosso, a volte lo si trova a girare con un enorme menhir in spalla, trasporto che per lui è normale in quanto da piccolo era finito nel pentolone del druido Panoramix mentre preparava la pozione magica e da allora ha acquisito una notevole forza. Oltre alla grande potenza ha però anche una notevole fame e un solo cinghiale (intero) arrosto per pasto non è sufficiente a placargli l’appetito. In «Asterix e i Britanni» si lamenta con un oste per come avevano cucinato e per la poca quantità di cinghiale. In «Asterix in America», non trovando cinghiali, soddisferà l’appetito mangiando un orso. Il top dell’insaziabilità si vedrà nel cartone animato «Asterix e le dodici fatiche», dove una delle prove sarà mangiare tutto quanto preparerà il cuoco belga dei Giganti, Mannekenpix.

«..un cinghiale con radici fritte, otto oche arrosto, sei montoni, omelette dei Titani fatte con otto dozzine di uova, un vassoio di pesci, un bue, una mucca, due vitelli, caviale a grani grossi con un piccolo toast, un cammello farcito, e infine, 'prima di passare al resto', un elefante alle olive…»

Alla fine Mannekenpix non ha più nulla da cucinare. Obelix uscirà dalla taverna insoddisfatto, ancora affamato, lamentando di aver mangiato solo un antipasto.  Quasi tutti hanno letto le storie di Asterix nei cartonati della Mondadori (varie ristampe negli anni) ma il fumetto nasce nella rivista francese Pilote e in Italia è stato presente ne Il Giornalino e Linus. Io consiglierei la raccolta dei cartonati, se non si pretende di volere le prime edizioni e in uno stato più che eccellente, è semplice da fare.

cico americano or

Nel 1961 Bonelli crea il personaggio di Zagor, il quale è presente tuttora in edicola con un proprio albo di cadenza mensile e avendo superato da poco i 700 numeri. Zagor vive nella foresta americana di Darkwood, tra fine Ottocento e inizio Novecento, e ha un compagno di avventure.  Si chiama Cico Felipe Cayetano Lopez Martinez y Gonzales, o più semplicemente Cico. Viene definito «Formidabile mangiatore e bevitore, perennemente al verde, ha la pessima abitudine di truffare osti e titolari di saloon, finendo poi irrimediabilmente nei guai» e in questa spiegazione troviamo l’inizio di diverse storie o il suo tragicomico finale. Basso e grassottello, di origini messicane, gli indiani lo chiamano 'Piccolo uomo dal grande ventre'. Di Cico furono pubblicati degli albi speciali a partire dagli anni ’80, tutte pubblicazioni facilmente recuperabili, di taglio prettamente umoristico.

nonno heidi 640Negli anni ’70 era in visione sulla Rai (c’era solo quella!) un cartone animato giapponese tratto da un libro di fine ‘800, ambientato sulle Alpi svizzere, il cui personaggio principale era una bambina di nome Heidi. Sempre in quegli anni era stata pubblicata anche la versione fumettistica, stampata in Italia nello stile europeo (lettura da sinistra a destra).  All’interno della storia conosciamo un personaggio, il nonno di Heidi, il quale vive in montagna e produce formaggio e burro. Grazie ai disegnatori del Sol Levante anche i bambini del resto del mondo 'scoprono' la tipica produzione del nostro formaggio di montagna. Ma rimaniamo in Giappone.

gourmet copertinaL’esaltazione del cibo è espresssa nel fumetto pubblicato nel 1997 da Jiro Taniguchi e intitolato «Gourmet». Se non conoscete cosa mangiano i giapponesi in questa opera troverete tutto. Conoscevo Jiro Taniguchi per i fumetti di montagna, «La vetta degli Dei» e «K». Storie coinvolgenti, a volte sembra di essere partecipe delle sensazioni che i personaggi provano, perché dal fumetto Taniguchi riesce a dare un’ulteriore dimensione non semplice per un’immagine su carta. In «Gourmet» il cibo sembra il soggetto principale. Ma non è così perché il primo personaggio è un uomo di cui non è rivelato il nome e che per lavoro si sposta su tutto il territorio nazionale, mangia sempre in posti diversi e nella maggior parte dei casi trovando quello che gli capita. Nel racconto scopriamo il nome di ciò che mangia e tutti gli ingredienti, se il cibo è buono, se la porzione è tanta o poca, se è fresco o dove viene prodotto, quanto costa. C’è anche il racconto in prima visione del luogo, delle persone che gestiscono il locale, dei vari commensali. Uno spaccato di mangiare nipponico in una porzione di vita giapponese. O viceversa. Di «Gourmet» Jiro Taniguchi (morto nel 2017) ne ha prodotti due volumi e sono facilmente reperibili nelle fumetterie oppure online.

Però tutto questo scrivere, oppure è il parlare di mangiare, mi ha messo fame. Direi di chiudere qui l’articolo e... buon appetito anche a voi!


 

Le storie in copertina del Barone Pappafico

Corriere dei Piccoli, 1940-1942: