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Care lettrici - Cari lettori

Sei in Valle è un contenitore culturale, un trimestrale che lancia con questa periodicità dei temi stimolanti, intriganti. Li lancia come una sfida per i nostri collaboratori che scrivono nella propria rubrica dedicata e per chi ci legge, mosso da una sana curiosità. A voi la scelta! Leggere partendo da un tema o farlo consultando la rubrica che più vi interessa.

La magia

editoriale | Mago o tecnico informatico?

di Gloria Ciapponi

babbo Natale 1280

Che la magia sia definita «presunta capacità» la dice lunga sul nostro moderno grado di scetticismo.

E fortunatamente la maggior parte degli esseri adulti sul pianeta difficilmente viene abbindolata da favole discutibili che raccontano di un certo Babbo Natale, il più vetusto abitante della Finlandia, che consegna i regali la notte della Vigilia a tutti i bambini buoni... Tuttavia è irrinunciabile rifiutare nel nome della razionalità a una certa dose di immaginario che ci induca a rievocare o rileggere le favole più misteriose. Quando si nomina la magia legata a memorie della nostra infanzia, una sorta di nostalgico romanticismo, ci ricorda che abbandonare quelle credenze fu doloroso in misura diversa per tutti.

Non tutto ciò che si definisce magico contiene però ingredienti positivi e luminosi. Infatti tra le arti occulte, si citano quelle benefiche ma anche le malefiche, capaci entrambe a quanto pare di dominare le forze della natura ricorrendo a formule, rituali o gesti misteriosi. La maggior parte delle tecniche vengono regolarmente smascherate dagli scienziati di ogni tempo nel nome del libero arbitrio e del metodo scientifico.

I primi magi furono dei sacerdoti persiani, ma alcune scene di pitture del paleolitico ci svelano finalità magiche legate alla caccia o alle fasi lunari che già influenzavano le convinzioni dei nostri antenati. Le civiltà spesso fondano la loro storia su racconti mitologici o straordinari, narrano di personaggi sacri che influenzano gli eventi e dominano i fenomeni fisici, ma soprattutto condizionano l'essere umano attraverso la suggestione. Lo scopo di chi si spaccia mago, fin dagli albori della civiltà, è quello di infondere paura e promettere un'illusoria felicità e le pratiche magiche hanno caratteristiche simili a quelle che si possono trovare in relazione ad aspetti tipici della superstizione e dell'occultismo.

via lattea 1280

Ma facciamo un passo oltre, noi crediamo davvero di vivere nell'era della ragione? I più pensano che viviamo finalmente in un'età dominata dalla scienza, ma se usiamo un occhio clinico dovremmo ammettere che spesso confondiamo la tecnologia con la scienza stessa, mentre essa ne è certo un'applicazione e anche una conseguenza, ma non la sostanza primaria. Uno dei primi aspetti che le distingue è la velocità perché la tecnologia fornisce risposte immediate, mentre la scienza procede per piccoli passi. Ecco allora che l'abitudine alla velocità che in qualche modo ci impone il mezzo tecnologico, è imparentato con la magia perché essa non è altro che la presunzione che si possa passare di colpo da una causa a un effetto senza compiere i passi intermedi.

porta magica 1280

La credenza nella magia non si è affatto disciolta con la scienza sperimentale perché il desiderio della simultaneità tra causa ed effetto si è trasferito alla tecnologia, che appare la figlia naturale della scienza. Appare.

 

 

«C’è un posto sicuro all’interno di ogni tornado. Il mio lavoro è quello di trovarlo.»

David Copperfield

 

«La magia è credere, e credere in se stessi: se riusciamo a farlo, allora possiamo far accadere qualsiasi cosa.»

Goethe

 

«Privare la magia del suo mistero sarebbe assurdo come togliere il suono alla musica.»

Orson Welles

 

Articoli del tema precedente

Le parole

editoriale | Strumenti per essere

di Gloria Ciapponi

occhio variopinto 1920

«Vi erano fasci di diversa luce sul culmine dell’arco, come punte di una corona, e ardevano. L’arco scorreva lungo le zone vicine del cielo, sfavillava leggermente e si spostava con delicati guizzi nel vasto spazio».
tratta dalla novella «Cristallo di rocca» di Adalbert Stifter

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Parole in fila

La fotografia delle sillabe

di Andrea Basci

pentagramma basci 1920

Lascio che se ne vadano, senza briglie, lascio che il fiume di parole attraversi dritto i pensieri e che le più importanti riposino in anse nascoste.

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Tra IA e poesia

Cura e potere - distruttivo e creativo - della parola

di Gaia Missarelli

bergonzoni alessandro 1689

Alessandro Bergonzoni

«Con la parola mi sento altrista, basta artista. Altra arte, arte degli altri, con gli arti, per gli altri, altrimenti. Ecco la parola crealtà: io non voglio dimenticare la realtà ma filosoficamente voglio crearne un’altra, la crealtà, che non esclude la prima ma inventa la seconda».
Alessandro Bergonzoni

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Ti voglio bene

Tre parole magiche... 

di Gina Grechi

bleeding heart 1425870 1920

Spesso ho bisogno di dire «ti voglio bene» alle persone a cui voglio bene. È un'esigenza che cerco di soddisfare immediatamente, perché mi appaga moltissimo e perché, certe cose… non vanno mai rimandate!

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Testimonianze datate 1944

Dal Corriere dei Piccoli alle lettere dal fronte

di Luca Villa - SECONDA PARTE

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Nel Corriere dei Piccoli numero 26 del 25 giugno 1944 si racconta di Marta, una signora anziana che siede nei banchi di scuola insieme ai bambini poiché sta imparando a leggere e a scrivere.

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Testimonianze datate 1944

Dal Corriere dei Piccoli alle lettere dal fronte

di Luca Villa - PRIMA PARTE

1944cdp22grande cop

Un titolo, una data, una descrizione, uno scritto: le parole presenti in un oggetto raccolto, danno un valore aggiunto a quanto collezionato.

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